
Un risarcimento da sessanta milioni di euro: questa è la cifra che la società “Lenta Ginestra” ha chiesto al comune di Monza per il revocato permesso di edificabilità sull’area della Cascinazza, nota per essere al centro di polemiche e veleni immobiliari da oltre trent’anni.
Un risarcimento da sessanta milioni di euro: questa è la cifra che la società “Lenta Ginestra” ha chiesto al comune di Monza per il revocato permesso di edificabilità sull’area della Cascinazza, nota per essere al centro di polemiche e veleni immobiliari da oltre trent’anni.
La richiesta di risarcimentento è arrivata dopo che la giunta di centrosinistra guidata da Roberto Scanagatti ha scritto la parola fine alla ormai nota vicenda revocando la Variante al Pgt voluta da Lega Nord e da Pdl. Il sindaco di centrosinistra lo aveva più volte ribadito durante la campagna elettorale e appena insediato ha mantenuto la promessa.
Si è trattato di un primo atto cui ha fatto seguito l’inserimento dell’area verde, di oltre 40 ettari, nel Parco della media Valle Lambro. Vincolando l’area a Parco la giunta vigente ha reso così impossibile ogni edificabilità salvo qualche intervento di recupero della vecchia cascina.
La società Lenta Ginestra si è quindi rivolta al Tar chiedendo un risarcimento per danni. Sessanta milioni di euro corrisponderebbero dunque al valore economico della mancata edificabilità. L’assessore all’Urbanistica Claudio Colombo si è detto tranquillo: «La richiesta avanzata ci pare infondata. La nostra delibera è del tutto legittima. Non abbiamo alcun timore».