Monza, associazioni e comitati: “Vogliamo più partecipazione”

Un’operazione di marketing politico. Con queste parole Maurizio Oliva, portavoce del coordinamento delle associazioni e dei comitati di cittadini di Monza ha definito l’incontro tenutosi, martedi 5 marzo, all’Urban Center tra la giunta guidata da Roberto Scanagatti e i monzesi.
Un’operazione di marketing politico. Con queste parole Maurizio Oliva, portavoce del coordinamento delle associazioni e dei comitati di cittadini di Monza ha definito l’incontro tenutosi, martedi 5 marzo, all’Urban Center tra la giunta guidata da Roberto Scanagatti e i monzesi.
«Sono mesi che chiediamo una maggiore partecipazione, soprattutto su argomenti che riguardano l’edilizia e il consumo di suolo. La città non viene ascoltata, si racconta sempre il lato positivo delle cose: le scelte fatte non sono sempre specchio del volere dei monzesi» ha spiegato Oliva.
In particolare i comitati fanno riferimento al documento di inquadramento dei Pii (Programmi integrati di intervento) presentato il 2 marzo scorso. «Si tratta di ben 21 interventi edificatori, per una volumetria complessiva che si stima essere tra 900mila e 1 milione di metri cubi di nuovo cemento a Monza. Tutto questo viene programmato per un lasso di tempo di circa un anno e mezzo, cioè il periodo necessario per redigere il nuovo Piano di governo del territorio il cui iter è stato avviato nel settembre dello scorso anno. – queste la parole espresse dai comitati – L’amministrazione precedente aveva approvato, verso la fine del proprio mandato 5 piani di lottizzazione (via Blandoria, via Messa, via Borgazzi, via Bosisio-Gallarana e via Europa) una dote di circa 170 mila m3 ad uso residenziale, ricettivo, terziario e commerciale (per altro in parte non ancora iniziati e realizzati). A ciò si aggiunge l’ormai noto Pii di Esselunga. Un intervento complessivo di circa 156mila m3, di cui circa 100mila di commerciale e 56mila terziario, su un’area ancora libera da edificazioni posta a ridosso del PLIS della Cavallera. La nuova Giunta ha poi adottato e avviato l’iter, pochi giorni prima della scadenza del Documento di Piano, di altri 5 Piani attuativi (via Cantalupo, viale Sicilia, via Lissoni, piazzale Virgilio e viale delle Industrie). Se questi venissero approvati definitivamente e realizzati, si calerebbero in città altri 70mila metri cubi di residenziale e circa 87mila metri cubi di produttivo».
É in questo quadro che, a detta dei comitati, l’amministrazione monzese ha presentato il Documento di inquadramento dei Pii. «Con questo documento – spiegano – che appare più un documento di indirizzo per la stesura della variante del PGT, si pone l’accento sul fatto che d’ora in avanti verranno previsti solo interventi su aree dismesse, cosa di per sè apprezzabile ed auspicata. Ma ad un esame più approfondito risulta evidente, per il peso della nuova edificazione prevista, in particolare lungo il Canale Villoresi, che le scelte decisive per il futuro della città saranno sottratte a un disegno complessivo e partecipato che solo il PGT può dare, per essere delegate ad una negoziazione pubblico – privato area per area. Gran parte di questa previsione è per residenza, malgrado le migliaia di alloggi sfitti presenti in città. Se lo slogan lanciato è quello di volere tutelare le aree libere, il primo atto dovrebbe essere di accogliere le osservazioni presentate dai comitati e delle associazioni che hanno chiesto di non approvare quei Piani attuativi che, per ora solo adottati, comprometterebbero invece in modo definitivo alcune aree ancora oggi non edificate (Aruba, via S. Andrea e via Cantalupo-Nievo). Non si è poi risolta la scandalosa vicenda che ha portato alla costruzione dell’ecomostro che deturpa l’asse visuale dalla Villa Reale, le cui reiterate promesse dell’Amministrazione di volervi porre rimedio attendono conferma».
Un fiume in piena, dunque, i comitati e le associazioni locali che chiedono alla giunta ulteriori momenti di incontro pubblico: «La partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche della città deve potersi esercitare in forma preventiva attraverso momenti pubblici di confronto e di condivisione di proposte, osservazioni e contributi specifici» ha concluso Oliva.