Neonati e malattie letali: ecco il «Comfort care». Convegno con la dottoressa Elvira Parravicini

28 marzo 2013 | 17:07
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Neonati e malattie letali: ecco il «Comfort care». Convegno con la dottoressa Elvira Parravicini

Convegno ParraviciniHa «inventato» il «Comfort Care» per curare i neonati affetti da malattie letali, dando vita presso il «Morgan Stanley Children’s Hospital» di New York al neonatal hospice, ovvero un luogo, di un grande ospedale, pensato per curare i bambini che nascono già terminali. Elvira Parravicini, 57 anni, seregnese, che da diversi anni lavora negli Stati Uniti, sarà la protagonista del convegno «Ogni vita è una promessa» in programma martedì 9 aprile alle ore 20.45 in Sala «Monsignor Gandini» (via XXIV Maggio).

Convegno ParraviciniHa «inventato» il «Comfort Care» per curare i neonati affetti da malattie letali, dando vita presso il «Morgan Stanley Children’s Hospital» di New York al neonatal hospice, ovvero un luogo, di un grande ospedale, pensato per curare i bambini che nascono già terminali. Elvira Parravicini, 57 anni, seregnese, che da diversi anni lavora negli Stati Uniti, sarà la protagonista del convegno «Ogni vita è una promessa» in programma martedì 9 aprile alle ore 20.45 in Sala «Monsignor Gandini» (via XXIV Maggio).

«La storia della dottoressa Parravicini – spiega il Sindaco Giacinto Mariani – dimostra che è possibile uno sguardo umano oltre che medico verso il malato. Cosa che, da presidente dei Sindaci dell’ASL, ho capito essere la forza del sistema sanitario brianzolo».

Durante la serata, promossa dal Comune di Seregno e dall’Associazione «Umana Avventura», con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza, la dottoressa Elvira Parravicini racconterà la sua storia, la sua specializzazione medica in Italia, il trasferimento negli Stati Uniti, il lavoro alla Columbia University e il «Comfort care» che, spiega, «si basa su quattro semplici principi: l’accoglienza del neonato; il tenere il bambino al caldo, principalmente grazie al contatto diretto con il corpo della madre e del padre; l’attenzione posta affinché il neonato non soffra la fame e la sete; il non fare provare alcun dolore al bambino».

Attenzione a tutti gli aspetti della sofferenza e delle relazioni tra genitori e bambini che la brevità della vita dei pazienti comporta, come sottolinea Giovanna Bianchi, presidentessa dell’associazione «Umana Avventura»: «Nella sua attività di neonatologa ha tentato di rispondere al desiderio dei genitori che, posti di fronte alla certezza di avere un figlio con gravi patologie e speranze di sopravvivenza quasi nulle, cercavano un’altra strada oltre all’aborto. E in questo percorso alternativo chiedevano un sostegno per vivere, con amore e affetto, insieme al loro bambino le poche ore di vita che lo attendevano. Il Comfort Care, è una risposta ampia, grande, “coraggiosa”».

Nata a Seregno nel 1956, Elvira Parravicini,laureata in medicina e specializzata in pediatria e neonatologia all’Università degli Studi di Milano, nel 1986, grazie con una borsa di studio, frequenta il dipartimento di Patologia neonatale della Columbia University di New York e dell’«Hospital for sick children» di Toronto. Tornata in Italia lavora presso la Patologia neonatale dell’ospedale San Gerardo di Monza e poi, nel 1993, per sei mesi, in una clinica di Lagos (Nigeria) per un progetto di cooperazione di Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale), finanziato dal Ministero degli affari esteri italiano. Da 1994 lavora a New York come Assistant professor alla Columbia University.

«Elvira Parravicini, nel suo lavoro, dichiara l’assessore alle Politiche sociali e Servizi alla famiglia Ilaria Anna Cerqua, che lo scorso 8 marzo le ha consegnato il premio “Mimosa” dell’amministrazione comunale, come “donna dell’anno”, ha sviluppato un aspetto molto particolare del rapporto tra medico, paziente e famigliari: l‘interesse verso i più piccoli, destinati ad una vita molto breve, e ai loro genitori. Il tema è delicato e la dottoressa Parravicini lo ha portato avanti nel modo più umano: con rispetto e attenzione alla sofferenza».