Cavenago: sindaco e cassa per i dipendenti. Il Prefetto in città

Molti l’hanno definita una “battuta” per far parlare della situazione economica del suo paese, ma negli uffici comunali di Cavenago l’ipotesi fatta dal primo cittadino di mettere in cassa i dipendenti per far fronte alla crisi non è piaciuta.
Molti l’hanno definita una “battuta” per far parlare della situazione economica del suo paese, ma negli uffici comunali di Cavenago l’ipotesi fatta dal primo cittadino di mettere in cassa i dipendenti per far fronte alla crisi non è piaciuta.
Subito gli stessi dipendenti hanno mostrato il proprio dissenso, eletto un rappresentante sindacale interno e lunedì prossimo incontreranno il Prefetto per spiegare la situazione. Battuta o no, anche una delle ultime certezze nel mondo del lavoro, ovvero il posto pubblico, è stata messa in discussione.
“Ormai il comune di Cavenago è arrivato a razionalizzare ogni tipo di spesa e se la situazione non migliorerà sarò costretto a tagliare i servizi fondamentali per i cittadini oppure chiedere la cassa per i nostri dipendenti”, aveva dichiarato Sem Galbiati.
Una frase molto forte, dettata dalla reale situazione in comune, ma che non hanno digerito i dipendenti e in particolare il loro rappresentante sindacale Rsa, Ermanno Lamperti: “E’ chiaro che le parole del sindaco sono da intendere come una provocazione, ma mi è ancora più chiaro che queste “battute” non possono essere fatte sulla pelle dei dipendenti – afferma Lamperti – siamo in un periodo di estrema crisi dove ogni giorno rimangono a casa molto persone dal lavoro e solo parlare di una cosa come questa ha fatto preoccupare i colleghi”.
Nella settimana appena passata i dipendenti hanno fatto un’assemblea interna e pianificato due incontri: martedì 9 aprile per parlare con il prefetto della situazione (dopo la richiesta di incontro inviata dai capi settori) e mercoledì 10 ci sarà il faccia a faccia con il sindaco Galbiati.
“Conosco molto bene la situazione economica di tutti i comuni e so che anche a Cavenago ci sono a rischio molti servizi – continua Lamperti – ma prima di parlare di cassa integrazione per i lavoratori si dovrebbero fare altre razionalizzazioni dei costi: per esempio se nel 2012 si è fatta manutenzione del verde 4 volte in un anno, nel 2013 si potrebbe farne solo 2. E questo potrebbe valere per altri servizi non strettamente indispensabili”.
in foto: Ermanno Lamperti