Diversificare l’offerta e mettersi in gioco. La ricetta anticrisi di Maurizio Benedetti

Intervista a Maurizio Benedetti, amministratore unico Benedetti Srl. Uno sguardo sulla crisi e sul mondo dell’imprenditoria al giorno d’oggi.
Una società che muta per seguire le indicazioni della clientela e i trend dei mercati, evitando stallo e immobilismo. Ecco, per sommi capi, il sunto della Benedetti Srl. A fornirci lumi è Maurizio Benedetti, amministratore unico. «Siamo nati verso la fine del 2000, come società commerciale e di rappresentanza di lavorazioni del metallo. Dopo alcuni anni la clientela ha cominciato a richiedere, nel limite delle mie conoscenze, prodotti che fossero il più possibile assimilabili al manufatto metallico finito. Questo è stato per me motivo di stimolo per sviluppare una piccola struttura che mi permettesse non solo di affinare un servizio che soddisfacesse la clientela, ma di pormi come un vero e proprio consulente nel mondo della subfornitura».
«Intorno al 2008 con il sopraggiungere dei primi segnali della crisi, sentivo l’esigenza di pormi sul mercato con qualcosa di “mio” che non fosse condizionato dalle richieste o meno di un cliente per sviluppare un nuovo prodotto, ma soprattutto cominciando a frequentare, per motivi di lavoro, studi di designer e stimolato dagli stessi, si è rafforzato il convincimento che con le medesime tecnologie impiegate per eseguire manufatti per l’industria elettronica, aerospaziale, meccanica di precisione e modellismo, si potesse anche sviluppare una linea di gift, souvenir e complementi d’arredo dando vita a RossoCiliegia® (www.rossociliegia.comwww.facebook.com/RossoCiliegiaDesign)».
Essere imprenditori, al giorno d’oggi, ai tempi della crisi, è piuttosto complicato. Come è cambiato (se è cambiato) il vostro lavoro nel quotidiano?
Direi molto complicato, c’è una sola cosa che è comune al prima nell’essere imprenditori: lavorare di più, perché a lavorare di meno non sei tu imprenditore a deciderlo ma il mercato/cliente che prende altre strade rivolgendosi ad altri interlocutori. Il fatto che in questi anni di crisi l’essere imprenditori sia più difficile può apparire ormai abbastanza scontato ed il rischio di fare della retorica intorno a questo argomento è facile, credo che anche questo ruolo dipenda sempre da come lo si interpreta. L’impresa ed i suoi collaboratori sono parte integrante, attiva del proprio quotidiano o ne fanno parte come un altro qualsiasi atto che si compie durante la giornata? Per me è un punto di riferimento che condiziona molto le mie scelte, nel mondo del lavoro come anche nel privato.
Come avete reagito alla crisi?
Non so se si possa definire un modo di reagire alla crisi certo è che diversificare la proposta commerciale della Benedetti srl da service nel mondo delle lavorazioni conto terzi provando ad affiancargli lo sviluppo di un proprio brand (RossoCiliegia®) che impiegando le stesse tecnologie andasse sul mercato del gift, articolo regalo, souvenir ed anche del complemento da scrivania, il cosiddetto stationery, è stata una sfida che ancora adesso (dalla fine del 2008) non si può dire finita, anzi ci sentiamo in continuo start-up.
“La crisi è un’opportunità”. Un’affermazione che si legge sempre più spesso. È d’accordo?
Nì, avrei fatto sicuramente a meno di questi anni di crisi così violenti e feroci. Sentire parlare di riduzione del personale non è mai un’opportunità se è causato dalla mancanza di lavoro, sentire parlare o leggere i dati che sempre più aziende che non pagano ripetitivamente i propri fornitori non è mai un’opportunità se questo è causato dal fatto che i clienti stessi non ti pagano.
Tre aggettivi per il mondo del lavoro brianzolo.
Dinamico, qualificato, ma deve essere un po’ più aperto verso la collaborazione tra le aziende stesse del territorio per andare a cogliere delle nuove opportunità.
Quali consigli darebbe a un giovane che decidesse di intraprendere una carriera imprenditoriale oggigiorno in Brianza?
Sicuramente farsi una formazione di studi la più qualificata possibile in base alle proprie possibilità e della propria famiglia. Farsi un periodo all’estero non fosse altro per apprendere al meglio una lingua cercando anche di sfruttare al massimo tutti i servizi che sono messi a disposizione dalle istituzioni locali e riconoscersi come un cittadino che vive nel mondo, almeno in Europa e non nel piccolo orticello del territorio in cui risiede.