
«Non credo al pentimento di uno che, dopo una settimana, dopo aver nascosto la macchina e tolto la scheda dal cellulare, sentendosi braccato si pente. Non è momento di pensare al perdono adesso, ma al corso della Giustizia».
“Non l’ho vista, il rimorso però mi ha logorato fino a farmi venire a costituirmi”, così si sarebbe giustificato il 39enne El Habib Gabardi davanti agli investigatori, una volta arrivato in caserma a costituirsi per aver investito ed ucciso la sedicenne Beatrice Papetti, sulla sp11 di Gorgonzola alla mezzanotte di mercoledì della scorsa settimana.
Anche a Roncello, dove l’uomo aveva avviato la sua attività di commercio, sembra che nessuno lo abbia visto. Nessuno dei residenti di via Gramsci, dove Gabardi vendeva tessuti, abiti ed oggettistica della casa al dettaglio, vuole parlare o dice di averlo mai conosciuto. La pizzeria gestita da nord africani, forse dove il pirata andava a prendersi da mangiare qualche volta, è chiusa.
«Non so niente, adesso non ho tempo», risponde una donna di mezza età, residente al civico successivo quello di Gabardi. Il 39enne magrebino, fuggito dopo aver travolto ed ucciso “Bea”, facendo volare il suo corpicino esile a 70 metri di distanza dal luogo dell’impatto per poi sparire nel nulla senza nemmeno fermarsi, dice di essere stato vinto dal rimorso. «Non ci credo – dichiara Nerio Papetti ai cronisti – non credo al pentimento di uno che, dopo una settimana, dopo aver nascosto la macchina e tolto la scheda dal cellulare, sentendosi braccato si pente. Non è momento di pensare al perdono adesso, ma al corso della Giustizia».
I carabinieri di Cassano D’Adda, al lavoro dalla notte del terribile incidente, avevano controllato ormai oltre seicento auto, visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza, allertato tutti i carrozzieri «Stavamo stringendo il cerchio – spiega il Capitano Camillo Di Bernardo, Comandante di Cassano D’Adda in conferenza stampa – eravamo molto vicini».
La Peugeot Ranche coinvolta nel drammatico incidente, Gabardi l’aveva nascosta in un garage, non il suo. Adesso il pirata si trova nel carcere di San Vittore. Alla notizia del suo arresto, la mamma di Beatrice, Roberta, ha risposto al telefono con un filo di voce e per dolore e commozione, non ha avuto la forza di dire niente sull’epilogo della drammatica vicenda.