
L’omertà può uccidere. Una frase dura che per molti cittadini, soprattutto al Nord, può sembrare riferita a realtà lontane alla nostra. Realtà legate alle organizzazioni criminali mafiose del sud racchiuse a volte, nell’immaginario collettivo dei non addetti ai lavori, nelle immagini dei vecchi telefilm come la Piovra o dei nuovi della serie Montalbano. Ma non è così. La tragedia accaduta martedì scorso a Muggiò dimostra che l’omertà uccide anche nella nordica Brianza.
L’omertà può uccidere. Una frase dura che per molti cittadini, soprattutto al Nord, può sembrare riferita a realtà lontane alla nostra. Realtà legate alle organizzazioni criminali mafiose del sud racchiuse a volte, nell’immaginario collettivo dei non addetti ai lavori, nelle immagini dei vecchi telefilm come la Piovra o dei nuovi della serie Montalbano. Ma non è così. La tragedia accaduta martedì scorso a Muggiò dimostra che l’omertà uccide anche nella nordica Brianza.
Non vogliamo entrare nel merito giudiziario dei fatti, anche perché è in corso la convalida del fermo della figlia accusata di segregare i genitori e dell’omicidio colposo del padre che tentando di liberarsi è caduto dal secondo piano ed è morto. Ma ci permettiamo di andare all’interno della notizia. Di quel contesto di silenzio, di omertà, di “facciamoci i fatti nostri”, in cui è stata generata, probabilmente nel tempo, questa immane tragedia. La pulce nell’orecchio ce l’ha messa il sindaco Pietro Zanantoni. Muggiò non è una città enorme e tutti conoscono tutti. Per di più da anni in città si vociferava dei problemi di Antonella Cavallaro (la presunta omicida appunto) e dei suoi pessimi rapporti con i genitori anziani.
Nel palazzo, poi, a quanto confermato dagli inquirenti, tutti sapevano dei maltrattamenti e delle liti. Ma allora perché non hanno denunciato? Possiamo comprendere che per alcuni cittadini non ci sia fiducia nella Giustizia e nell’intervento delle forze dell’ordine, ma il primo a cui rivolgersi, anche anonimamente, per segnalare un fatto simile in una città è il sindaco. Purtroppo la corruzione strisciante nella maggior parte delle pubbliche amministrazioni italiani ha portato i cittadini ad allontanarsi da quella figura fondamentale di garante della giustizia sociale e della socialità in senso lato che è il primo cittadino. Ma come non possiamo accettare di essere derubati, o di non vedere i nostri soldi spesi sempre per il bene delle città, non dobbiamo permettere che il sindaco, o chi per lui, non possa prendere in carico queste situazioni di degrado sociale che troppo spesso ormai portano alle tragedie familiari che ogni giorno riempioni i nostri telegiornali. Basta omertà, in tutto, ma soprattutto in questi casi.