“Messa in prova dei detenuti” o messa alla prova la pazienza degli italiani

Sono trascorsi pochi giorni da quando ho ascoltato il dolore e la rabbia di Nerio Papetti, il padre di Beatrice, uccisa a sedici anni da un pirata della strada, poi “pentito” ad una settimana di distanza (dopo aver fatto sparire macchina e cellulare n.d.r). Lui si aspetta una Giustizia diversa, e non è l’unico.
Sono trascorsi pochi giorni da quando ho ascoltato il dolore e la rabbia di Nerio Papetti, il padre di Beatrice, uccisa a sedici anni da un pirata della strada, poi “pentito” ad una settimana di distanza (dopo aver fatto sparire macchina e cellulare n.d.r). Lui si aspetta(va) una Giustizia diversa, e non è l’unico.
“I giudici applicano la legge”. Bene, queste non sono sufficienti a garantire la sicurezza e la serenità dei cittadini. Cambiatele. Il Governo (e non solo l’attuale) sembra cieco rispetto al malumore degli italiani che sempre più spesso si manifesta in reazioni violente e il cui braccio viene armato (forse?) proprio dalle mancate tutele. La “messa in prova dei detenuti” del Presidente della Camera Laura Boldrini è di “quelle” per cui la bocca ti si spalanca e fa “mpac”. Come una vignetta dei cartoni animati. Perché vogliamo lentamente scivolare verso un paese vomitevolmentegarantista, dove chi sbaglia non paga mai e chi è vittima viene dimenticato? Si sente parlare di carceri stracolme ogni santo giorno. Non sento nessuno disperarsi per lo stato di disagio psicologico permanente conseguente alla perdita di un caro per un crimine violento, di uno stupro, di una rapina con percosse. Perché invece di ostinarvi a svuotare le carceri, non ne costruite di nuove? Come? I responsabili di reati non derivanti da atti predatori (ad esempio reati fiscali), non li si manda più in galera, si fissa una cauzione e gli si sequestra i beni. Con quei soldi costruiamo carceri nuove, anche diversamente concepite, dove soggiornerà (lavorando) chi commette reati “minori”. Perché chi commette reati seriali di tipo predatorio o reati gravi contro la persona, deve restare in galera con pena certa. I primi ad aver diritto alle “garanzie”, devono essere le persone che si comportano bene, non viceversa. L’Italia invece è diventata la “Repubblica della Banane”, dove il delinquente ridacchia come una scimmia perché sa che la galera nostrana è come i tre giorni del militare e non più l’anno di rito e gli italiani onesti collezionano banane dove non ne vorrebbero mai sentire la “presenza”.