Monza, guerra alle slot machine: cosa ne pensa chi le ha?

29 luglio 2013 | 09:59
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Monza, guerra alle slot machine: cosa ne pensa chi le ha?

No-slot, la lotta al gioco d’azzardo si fa sempre più dura: a Monza lo scorso maggio il Consiglio comunale all’unanimità ha votato una mozione che punta a ridimensionare, se non a far sparire completamente, il fenomeno slot-machine nei bar cittadini.

No-slot, la lotta al gioco d’azzardo si fa sempre più dura: a Monza lo scorso maggio il Consiglio comunale all’unanimità ha votato una mozione che punta a ridimensionare, se non a far sparire completamente, il fenomeno slot-machine nei bar cittadini. A livello nazionale è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per il “divieto assoluto e totale dei giochi d’azzardo”. Dal primo agosto scatta nelle piazze la sottoscrizione e sono necessarie almeno 50mila firme da raccogliere in sei mesi per presentarla in Parlamento. Si cerca di porre fine alla droga del nostro secolo, che nonostante il periodo economico difficile vede solo aumento. Cento miliardi di euro l’anno, sono questi infatti i soldi che lo Stato “sottrae” alle famiglie lasciando legale questo fenomeno.

“Un marchio di qualità per i locali pubblici” questa era la proposta fatta nei mesi scorsi dal consigliere comunale dell’Italia dei Valori a Monza Brianza, Vincenzo Traina per contrastare il fenomeno. Un particolare segno di riconoscimento da assegnare a tutti quegli esercizi pubblici che rinunceranno ad installare slot machine e che distribuiranno brochure di sensibilizzazione contro gioco d’azzardo, droghe, alcool e dispersione scolastica.

Dal Comune di Monza anche Anna Marinetti ha presentato un’ulteriore proposta con norme più severe. E’ arrivato il momento di passare all’azione secondo il consigliere comunale sottoscrivendo un regolamento ad hoc. Innanzitutto iniziative di prevenzione nelle scuole e di sensibilizzazione al fenomeno, collaborazioni con Als e associazioni di collaborazione accanto ad attività di contrasto e repressione. Inoltre si prevede una campagna di comunicazione con un adesivo “no slot” da apporre sulle vetrine dei locali che sono contro il gioco d’azzardo e non ospitano al loro interno le macchinette.

Siamo allora andati a sentire in centro cosa ne pensano i diretti interessati. Nella tabaccheria Teodolinda, nell’omonima via Teodolinda Regina, che condivide il locale e il nome con il bar che affaccia in Via Italia ci sono otto macchinette per il gioco d’azzardo. La tabaccheria è un concessionario dello Stato, vende e gestisce cioè prodotti di monopolio, in particolare sigarette, gratta e vinci, lotto e superenalotto e, appunto, le slot. «Il problema della ludopatia ci sta a cuore, ma non svolgiamo un lavoro illegale – commenta il gestore del locale, Patrick – ci adeguiamo alle leggi dello Stato.» La posizione della tabaccheria è molto chiara. Ha poca importanza il “marchio qualità”, non è la chiusura di un solo locale a far la differenza. L’iniziativa non deve provenire da un sindaco ma deve arrivare dall’alto. Il guadagno proveniente dalle macchinette è del 10-15% del reddito, una percentuale che non fa la differenza. Ma la posizione del proprietario del locale è ferma «Non si fanno battaglie a metà». «Siamo sensibili al problema della dipendenza che provoca il gioco. In passato abbiamo avuto un caso di ludopatia con un cliente – racconta Patrick – l’abbiamo indotto al percorso organizzato dall’asl. Oggi viene ancora a trovarci, prende un caffè, fa quattro chiacchiere e torna a casa».

Percentuali? Nella tabaccheria di via Teodolinda il 55% dei giocatori d’azzardo sono donne, con un’età media di 45/50 anni. La vincita massima effettuata nel locale è stata di seicento euro, al netto del denaro inserito dal giocatore. Una volta entrato nel locale il 5% delle persone finisce col passare fino a due ore davanti alle slot. Se facciamo riferimento ai gratta e vinci, meno eclatanti delle macchinette ma sempre rientranti nel gioco d’azzardo, la percentuale di donne che giocano sale al 60%, cala però l’età media dei giocatori che si aggira sui 35 anni.

by S.T.