Besana, il taglio dei tigli della discordia costato migliaia di euro

11 settembre 2013 | 15:17
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Besana, il taglio dei tigli della discordia costato migliaia di euro

Il taglio di 16 tigli enormi sul viale Kennedy (la sp 6), quello famoso che porta da Besana Brianza a Monticello, avvenuto a fine agosto scorso sta suscitando un vespaio in città e non solo.

Il taglio di 16 tigli enormi sul viale Kennedy (la sp 6), quello famoso che porta da Besana Brianza a Monticello, avvenuto a fine agosto scorso sta suscitando un vespaio in città e non solo. Soprattutto perché si è trattato di un intervento finanziato ed effettuato dalla Provincia che all’assessore alla Viabilità di via Tommaso Grossi, Franco Giordano, non è piaciuto per niente. Il politico, infatti, non ha esitato a definire l’intervento – deciso dagli uffici senza avvertirlo come peraltro la legge permette – una “strage scellerata” che poteva essere evitata con un’operazione probabilmente anche meno impattante e costosa.

Tigli_Besana Brianza1La storia inizia subito dopo ferragosto, mentre in città non c’era quasi nessuno. Il 20 al mattino arrivano in via Kennedy gli operai della ditta appaltatrice dei lavori, insieme ai vigili che transennano la strada, e procedono al taglio netto di sedici tigli messi in filare e antichi di decenni.

Immediate le proteste dei residenti che prima vanno dal sindaco Vittorio Gatti a protestare e a capire il motivo di quell’intervento e poi scrivono direttamente all’assessore provinciale. Il primo cittadino ammette che a decidere tutto era stata la Provincia, che effettivamente aveva inserito l’intervento nel Piano Triennale delle opere pubbliche tre anni fa e che il tutto rientrava nel rifacimento della Sp6.

La motivazione del taglio? Radici troppo pericolose per il traffico veicolare su strada e per i pedoni sui marciapiedi. Sul posto era poi accorso subito l’architetto Renato Perego di Ville Distrutte, da anni difensore del patrimonio artistico e ambientale della Brianza che aveva scattato le foto qui allegate. «E’ evidente che il filare di tigli che prosegue sullo stesso lato della strada in direzione Carate ( a qualche metro da quelli tagliati) e stato a suo tempo preservato, quando ancora il territorio era sotto la provincia di Milano, il problema delle radici era stato risolto in questo modo, cioè alzando leggermente  il livello del marciapiede lasciando l’albero nella sua aiuola. Un’ azione semplicissima che  non avrebbe procurato la morte dei tigli e il lavoro sarebbe costato sicuramente meno».

L’architetto è voluto andare avanti nell’indagine e giovedì scorso si è recato direttamente in Provincia a Monza per capire cosa era accaduto. «Il Presidente Allevi e l’Assessore Giordano sono stati molto disponibili – ha raccontato – mi hanno ascoltato e mi hanno dato ragione definendo l’intervento uno scempio». In effetti l’assessore ci ha spiegato: «Ho saputo quello che era successo dall’e-mail di una cittadina besanese – ha spiegato – e mi sono subito attivato; sono sensibile all’ambiente per mia formazione e credo che tagliare delle piante sia sempre un delitto. È vero che gli uffici non erano tenuti ad informarmi, ma credo che rispettando le competenze, sarebbe stato meglio vista anche la portata dell’intervento anche parecchio costoso. Mi sbattono sempre le porte in faccia quando chiedo soldi per interventi utili e poi….comunque ho chiesto tutte le carte per vederci chiaro». L’assessore ha poi spiegato che la spesa era retaggio di un progetto del 2009 da un milione di euro che sarebbe stato diviso a metà tra comune e provincia. Poi non era stato più portato avanti in tutto ma “a stralci”. Il taglio dei tigli, stando agli uffici tecnici, era necessario perché sembra che alcuni di essi rischiavano di cadere e perché le sporgenze delle radici avrebbero potuto provocare incidenti. La domanda resta sempre una: cui prodest?