Bovisio: costringeva una giovane a prostuirsi. Arrestato romeno

Costringeva una ragazza a vendersi ai clienti ed è finito in manette. Una vicenda iniziata ai primi di agosto, quando gli agenti della Polizia locale erano impegnati sul territorio di Bovisio Masciago per il pattugliamento serale.
Costringeva una ragazza a vendersi ai clienti ed è finito in manette. Una vicenda iniziata ai primi di agosto, quando gli agenti della Polizia locale erano impegnati sul territorio di Bovisio Masciago per il pattugliamento serale.
I fatti. Giunti all’altezza della rotatoria di via Desio, all’incrocio con via Europa, gli uomini della Polizia Locale si sono imbattuti in una prostituta. Un volto nuovo del tutto sconosciuto. Insospettiti hanno deciso di controllare i documenti di cui lei, però, ne era sprovvista benché continuasse a ripetere di essere di nazionalità romena. Non avendo certezze sulla sua identità, hanno deciso di portarla al Comando per avviare tutte le pratiche necessarie per l’accompagnamento in Questura. La giovane dapprima si è limitata a dichiarare che è stata costretta a prostituirsi, poi, scoppiata in lacrime, ha raccontanto la sua storia e la sua vita da vittima. Rincuorata ha deciso di denunciare il suo sfruttatore: un ragazzo romeno, S.M.A. di 20 anni, che da un paio di settimane si era trasferito in paese (con provenienza Milano) insieme a lei.
Cambiata la residenza, non la vita infernale: costretta a rubare nei supermercati e a prostituirsi, fino a subire lo spegnimento delle sigarette sulle gambe se l’incasso non era pari alle aspettative. Gli agenti, che a questo punto hanno chiamato anche i Carabinieri per concordare una strategia, hanno formalizzato la denuncia per induzione alla prostituzione e riduzione in schiavitù. Lei ha quindi potuto fare ritorno alla rotatoria, ottima esca per fare uscire allo scoperto il ragazzo che si è diretto verso di lei abbandonando il boschetto che utilizzava come nascondiglio: stavolta, però, invece dei clienti sono sbucati agenti e Carabinieri e per lui sono scattate le manette ai polsi.
Nelle settimane successive gli agenti si sono recati in via Marconi all’abitazione dove il protettore e la ragazza vivevano. Hanno messo i sigilli in quanto non aveva le minime condizioni igieniche e sanitarie per poter ospitare le persone: nessun allacciamento alla corrente elettrica, alla rete idrica, neanche i servizi igienici.