Gestione dell’acqua pubblica: comitati e grillini fanno ricorso al Tar

Hanno unito le forze e persino fatto una colletta tra i consiglieri regionali e i parlamentari del Movimento Cinque Stelle per presentare un ricorso al Tar contro l’Ato: oggetto la gestione del servizio idrico a Monza e Brianza.
Hanno unito le forze e persino fatto una colletta tra i consiglieri regionali e i parlamentari del Movimento Cinque Stelle per presentare un ricorso al Tar contro l’Ato (Agenzia Speciale d’Ufficio Ambito Territoriale Ottimale della Brianza) e Brianzacque, società partecipata di gestione del servizio idrico per chiedere l’annullamento dell’affidamento in house del servizio da parte degli enti pubblici. Un atto che i ricorrenti considerano illegittimo e che spiegano puntualmente in un ricorso di trenta pagine, che il giudice amministrativo ha già stabilito di discutere il prossimo 24 settembre.
I punti sui quali si muove il ricorso sono spiegati chiaramente dall’avvocato Ilaria Battistini: «Il primo è la nullità per difetto di attribuzione e competenza a livello amministrativo, in pratica i sindaci non potevano pronunciarsi senza passare dal consiglio comunale (e non è avvenuto, ndr); secondo l’incompatibilità del regime demaniale, terzo la violazione della legge comunitaria sugli affidamenti in house e del decreto legislativo della legge ambientale del 2006 che imporrebbe di cedere le quote (come hanno fatto alcuni comuni, non tutti) dopo discussione di piani strutturali e delibere di consiglio comunale».
Il punto fondamentale rimane comunque uno: «La Provincia con una delibera del 2010 aveva affidato senza gara il servizio idrico a Brianzacque senza contare che solo Alsi, società patrimoniale con bilancio in attivo avrebbe potuto farlo – spiega Biagio Catena Cardillo dei Beni Comuni – poi l’Ato ultimamente e in barba alle leggi e alle pronunce di veto dell’Autorità Garante della Concorrenza ha ribadito l’affidamento. Insomma si sta cercando di gestire come bene privato un bene pubblico come quello dell’acqua». E i timori dei pasdaran dell’acqua non si fermano qua: «Temiamo che si voglia liquidare Alsi, la patrimoniale storica del territorio con i conti in attivo, con lo scopo probabilmente di ripianare i conti in rosso di Brianzacque e permettergli la trasformazione in patrimoniale – hanno spiegato – Di qua il progetto, paventato dallo stesso sindaco di Monza pubblicamente nell’autunno scorso, di costruire un nuovo depuratore di fatto “gettando” via milioni di investimenti fatti per migliorare le tecnologie di quello di San Rocco (circa 15 milioni in 5 anni)». A dare manforte sul tema al Comitato tutti i consiglieri comunali della Brianza, alcuni dei quali sono riusciti a rinviare la questione in Consiglio comunale (Lissone, Desio, mentre a Vimercate proprio non si riesce, ndr), e il consigliere regionale Gianmarco Corbetta. Intanto adesso non solo la giustizia amministrativa si sta muovendo ma anche quella penale. Il Comitato ha infatti presentato numerosi esposti in Procura sul tema e ha chiesto una commissione d’indagine anche al Presidente del Tribunale.
Da parte sua il Movimento Cinque Stelle ha presentato una interpellanza in Regione Lombardia, nella quale esamina la situazione della gestione idrica in tutte le province lombarde.