Acqua pubblica, dal Tar respinta richiesta di sospensiva

Lo scorso 24 settembre il giudice amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato Beni Comuni e dal Movimento Cinque stelle brianzolo contro l’Ato e Brianzacque, società partecipata.
Ricorso al Tar sull’affidamento illegittimo a Brianzacque della gestione dell’acqua pubblica. Lo scorso 24 settembre il giudice amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato Beni Comuni e dal Movimento Cinque stelle brianzolo contro l’Ato (Agenzia Speciale d’Ufficio Ambito Territoriale Ottimale della Brianza) e Brianzacque, società partecipata. Nello stesso tempo il giudice rimanda la discussione nel merito del ricorso stesso.
I punti sui quali si era mosso il Comitato sono spiegati chiaramente dall’avvocato Ilaria Battistini: «Il primo è la nullità per difetto di attribuzione e competenza a livello amministrativo, in pratica i sindaci non potevano pronunciarsi senza passare dal consiglio comunale (e non è avvenuto, ndr); secondo l’incompatibilità del regime demaniale, terzo la violazione della legge comunitaria sugli affidamenti in house e del decreto legislativo della legge ambientale del 2006 che imporrebbe di cedere le quote (come hanno fatto alcuni comuni, non tutti) dopo discussione di piani strutturali e delibere di consiglio comunale». Soddisfatto dell’esito dell’udienza davanti al Tar Adriano Poletti, consigliere provinciale del Pd e presidente facente funzioni dell’Ato di Monza e Brianza secondo il quale la decisione del Tar riconosce che non esisterebbe alcun pregiudizio grave. Intanto entro dicembre infatti le diverse patrimoniali si scioglieranno definitivamente e i Comuni diventeranno soci di Brianzacque. Insomma uno dei timori dei “pasdaran” dell’acqua potrebbe avverarsi: «Temiamo che si voglia liquidare Alsi, la patrimoniale storica del territorio con i conti in attivo, con lo scopo probabilmente di ripianare i conti in rosso di Brianzacque e permettergli la trasformazione in patrimoniale – spiegano i Comitati – Di qua il progetto, paventato dallo stesso sindaco di Monza pubblicamente nell’autunno scorso, di costruire un nuovo depuratore di fatto “gettando” via milioni di investimenti fatti per migliorare le tecnologie di quello di San Rocco (circa 15 milioni in 5 anni)». Insomma la partita è ancora aperta.