
Buona la prima. Davanti ai propri tifosi, le ragazze di Alberto Merlo giocano una partita impeccabile e si prendono con merito i primi, preziosissimi punti in palio contro una formazione che, almeno sulla carta, aveva fatto preoccupare quasi tutti.
Buona la prima. Davanti ai propri tifosi, le ragazze di Alberto Merlo giocano una partita impeccabile e si prendono con merito i primi, preziosissimi punti in palio contro una formazione che, almeno sulla carta, aveva fatto preoccupare quasi tutti.
Le blues esprimono da subito un gioco deciso ma per tutta la durata del primo tempo non riescono a scrollarsi di dosso le avversarie, le quali possono sfruttare una panchina più lunga e le assenze di Diop e Tessitore tra le file locali. Bisogna quindi aspettare il giro di boa perchè Villasanta riesca a dimostrare la propria superiorità grazie ad una mossa difensiva che, almeno inizialmente, era pressochè obbligata. Costretto a fare i conti con sole 10 giocatrici in panchina e con una situazione falli piuttosto scomoda, Alberto Merlo decide di schierare la zona, mandando così in completa confusione i meccanismi d’attacco ospiti.
Sfruttando l’entusiasmo che deriva da un punteggio sempre più simpatico, le biancoblu hanno infine potuto gestire la restante parte del match senza troppa preoccupazione. «Ero più preoccupato per le rotazioni corte che per le assenze» spiega un soddisfattissimo Alberto Merlo «certo è che non mi aspettavo una simile dimostrazione di forza. Ci sono state risposte molto positive da parte dell’intero gruppo e credo che per tutti sia stato un bello spettacolo».
TABELLINI:
SERIE B FEMMINILE
PUBLITRUST VILLASANTA 57
BASKET VITTUONE 35
VILLASANTA: Pianezzola 2, Castelli 5, Casati, Sallustio 8, Rossi 15, Bosisio, Bassani 9, Tunc 12, Mantoan 5, Daniel 1. All. Merlo.
VITTUONE: Tricarico 1, Princiroli, Dal Verme 6, Francione 2, Rossi 3, Pirola 1, Baiardo 1, Malchiodi 6, Djedjemel 10, Ruisi 5, Barenghi, Vitelli ne. All. Riccardi.
PROGRESSIONE: 13-12, 28-25, 45-31.
fonte: ufficio stampa Publitrust Villasanta
foto di Luca Renoldi