Centauro srl dalle guarnizioni dei trattori ai pacemaker: la storia di successo di Dario Varisco

La storia di Dario Varisco è una storia imprenditoriale tanto veloce quanto intensa. Oggi a soli 39 anni è il socio di maggioranza della Centauro Srl, azienda specializzata nella produzione di guarnizioni.
La storia di Dario Varisco è una storia imprenditoriale tanto veloce quanto intensa. Oggi a soli 39 anni è il socio di maggioranza della Centauro Srl, azienda specializzata nella produzione di guarnizioni. Entra giovanissimo e brucia le tappe: a 24 anni è Direttore Generale, a 30 Amministratore Unico.
La Centauro srl di Agrate Brianza da 50 anni, in modo molto poetico, si potrebbe dire sono coloro che fanno stare bene assieme i pezzi. Che siano le parti di un motore o i componenti di un pacemaker le loro guarnizioni sono quelle parti che stanno nel mezzo. Abbiamo incontrato Dario Varisco proprio in via Euclide 4, per scoprire sia i segreti di questa azienda, che dal dicembre
2012 ha aderito a Confindustria Monza e Brianza, sia le doti che stanno dietro ad una carriera così brillante.
«Diversificare. È questa la parola chiave per iniziare a leggere il successo che guida la Centauro srl – ci ha spiegato Varisco – Le nostre guarnizioni sono applicate ai motori dei trattori come a strumenti di uso medico come, appunto, i pacemaker – e ha aggiunto – Se a livello commerciale è questa la risposta, dall’altra parte è anche vero che l’azienda dedica grandi risorse alla ricerca dei migliori prodotti ed allo sviluppo di nuove tecnologie. Infine la cura che mettiamo nelle lavorazioni fanno sì che i nostri prodotti siano leader indiscussi del settore».
Questa realtà è in forte crescita. Da 50 anni opera sul territorio e anche se dal 2009 la crisi si è fatta sentire, le difficoltà non hanno frenato lo sviluppo. La storia di questa società va di pari passo infatti con quella di Dario Varisco. Prima di diventare amministratore unico, è passato dal reparto sviluppo prodotti e poi da quello commerciale. Tutta esperienza che oggi rende più consapevoli le sue scelte.
«Quando ho iniziato ho subito avuto la fortuna di avere su di me grosse responsabilità. Mi ricordo quando a 26 anni mi sono ritrovato faccia a faccia con un colosso che produce trattori: in ballo c’era una fornitura importante di guarnizioni. La trattativa durò a lungo e come rivali c’erano competitor molto agguerriti. Alla fine presi il contratto e credo che quella sia stata una delle soddisfazioni della mia vita lavorativa».
Come mi accennavi, producete anche guarnizioni per pacemaker? «Sì siamo quattro realtà al mondo a farlo. Tre sono americane e poi ci siamo noi. Uno si aspetta che le guarnizioni siano quelle parti il cui unico destino sia di finire unte come non mai. E invece guai se si dovessero sporcare o danneggiare: in gioco c’è la vita di una persona».
Tu hai avuto un’occasione unica nella tua vita e l’hai sfruttata al meglio, ma che consiglio daresti ad un giovane che oggi ha un’idea e vuole fare impresa in Italia?
«Di crederci fino in fondo. È vero che adesso il nostro Bel Paese non è il luogo più adatto per la crisi economica che lo attanaglia per cominciare, ma è anche vero che non ci si può e non ci si deve rassegnare. Quando nel 2009 abbiamo accusato i primi segnali della crisi, è stato l’anno in cui abbiamo investito mezzo milione di euro nell’impianto fotovoltaico. Oggi questa scelta coraggiosa, ci premia ancora. In Italia, purtroppo non esiste ancora una politica che incentivi a fare investimenti in questa direzione, ma anche in ricerca e sviluppo. Oppure che favorisca l’entrata nel mondo del lavoro dei giovani. Nonostante questo credo ancora in questo Paese e in particolare in Monza e Brianza, zona in cui si dovrebbe fare più “rete”».