Concorezzo dice stop al patto di stabilità. Questa sera incontro pubblico

28 ottobre 2013 | 08:18
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Concorezzo dice stop al patto di stabilità. Questa sera incontro pubblico

Che il patto di stabilità non sia mai piaciuto ai comuni non è un segreto. Ma secondo molte amministrazioni i cittadini dovrebbero essere più informati da quanto questa legge pesa sui conti pubblici.

Che il patto di stabilità non sia mai piaciuto ai comuni non è un segreto. Ma secondo molte amministrazioni i cittadini dovrebbero essere più informati da quanto questa legge pesa sui conti pubblici. Lunedì 28 nella sala di rappresentanza del comune di Concorezzo l’amministrazione incontrerà i cittadini proprio per parlare di questo.

“I trasferimenti statali per Concorezzo sono passati da 3.4milioni di euro del 2009 a 1.5miloni del 2013 – afferma il vicesindaco di Concorezzo Mauro Capitanio – di segno opposto gli aumenti dei tributi come Imu Tares e Irpef che i comuni devono riscuotere come degli esattori per conto dello stato. La città di Concorezzo ogni anno produce un gettito Irpef pari a 53milioni di euro e di questi ne ritornano dallo stato solo 1 milione circa”.

Concorezzo, come moltissimi altri comuni virtuosi, ha deciso di aderire all’iniziativa promossa da “Rompiamo il Patto”, progetto ideato dal presidente dell’Anci Lombardia e sindaco di Varese, Attilio Fontana. A partire dal 19 ottobre fino al 15 novembre, tutti i comuni che hanno aderito al progetto organizzeranno degli incontri con i cittadini. Obiettivo finale, chiedere allo Stato la cancellazione del Patto di Stabilità.

“Abbiamo bloccati in banca circa 9 milioni di euro che non possiamo utilizzare per venire in contro alle esigenze della nostra città – continua Capitanio -, questi soldi sono messi in congelatore dallo Stato non per le nostre esigenze, ma per tutelarsi nel caso si debbano ripianare i conti in rosso di alcune amministrazioni poco attente ai costi: comuni con la nostra stessa popolazione, con un numero di dipendenti pari al doppio dei nostri e che fanno investimenti che non possono sostenere”.

E questi numeri campeggiano nella home page del sito di “Rompiamo il Patto”: i confronti in alcuni casi sono umilianti, come ad esempio con il comune di Concorezzo dove lavorano 79 dipendenti per un popolazione di circa 15mila abitanti. Con qualche abitante in meno, 13.330, il comune di Capo d’Orlando in provincia di Messina ha un numero di dipendenti pari a 241.

“Questa non vuole essere assolutamente una battaglia di partito, ma è sotto gli occhi di tutti che così non si può andare avanti”, conclude il vicesindaco.