Sul depuratore di San Rocco il Movimento 5 Stelle chiede un Consiglio aperto

30 ottobre 2013 | 07:09
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Sul depuratore di San Rocco il Movimento 5 Stelle chiede un Consiglio aperto

Il depuratore di San Rocco torna a far parlare di sè nell’aula del consiglio comunale di Monza. Sono diversi anni che i cittadini dello storico quartiere monzese si dicono esasperati perchè costretti a sopportare i miasmi dell’impianto di depurazione.

Il depuratore di San Rocco torna a far parlare di sè nell’aula del consiglio comunale di Monza. Sono diversi anni che i cittadini dello storico quartiere monzese si dicono esasperati perchè  costretti a sopportare i miasmi dell’impianto di depurazione.

Ieri, 28 ottobre, il consigliere del Movimento 5 Stelle Gianmarco Novi ha presentato all’Assise cittadina un’interpellanza atta a convocare presso la sede della Circoscrizione 3 un Consiglio Comunale aperto sulla questione. «In considerazioni delle recenti dichiarazioni del sindaco Roberto Scanaggti e dell’Amministratore Unico di Alsi, in merito ad un possibile progetto alternativo per la riqualificazione del depuratore di San Rocco, e tenuto conto che la cittadinanza subisce da anni un grave danno sia fisico (sopportazione degli odori) sia morale (vivere in un quartiere fortemente degradato a causa dei miasmi) sia economico ( deprezzamento degli immobili) chiediamo che venga calendarizzata una seduta straordinaria del Consiglio da tenersi presso la ex sede della Circoscrizione 3 in cui si spieghi ai cittadini lo stato di fatto delle opere relative al Master Plan e il progetto alternativo paventato in questi giorni. I cittadini del quartiere aspettano da decenni una soluzione definitiva al problema e cercano da sempre un confronto diretto e trasparente con l’amministrazione»

Quello a cui il consigliere dei grillini Novi fa riferimento è una ricerca commissionata da Alsi Spa, proprietaria dell’impianto in seguito ad una precisa richiesta del Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti. «Per ora, si tratta di semplici ipotesi. Niente di più. Sono quelle contenute in uno Studio di fattibilità per valutare l’eventuale delocalizzazione degli interventi per la ristrutturazione del depuratore di Monza San Rocco (Master Plan fasi 2-5, linea liquami.). – questo è quanto l’Alsi spa fa sapere attraverso una nota stampa -La ricerca è stata commissionata da Alsi Spa, proprietaria dell’impianto in seguito ad una precisa richiesta del Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti. All’indomani della sua elezione, il primo cittadino aveva infatti scritto alla società  Alto Lambro Servizi Idrici, dicendosi perplesso “per la tempistica prevista per la soluzione delle problematiche connesse all’impianto di depurazione San Rocco” e sollecitando la verifica di possibili soluzioni alternative-integrative su terreni comunali adiacenti all’infrastruttura pubblica. Una domanda, quella di ulteriori approfondimenti rispetto all’attuazione dell’appalto di Master Plan 2-5 con tempo di realizzazione di 12 anni, supportata anche dall’Assemblea dei Soci di Alsi del giugno scorso. Così, a metà luglio, il neo Amministratore Unico della Spa monzese Filippo Carimati, ha incaricato un pool di esperti di mettere a punto uno studio specifico, prendendo in considerazione l’ipotesi di trasferire totalmente o parzialmente il comparto biologico di trattamento liquami dell’impianto sulle aree limitrofe indicate dal Comune di Monza. Sono stati calcolati costi e tempistiche di esecuzione, mantenendo inalterati gli obiettivi strutturali del progetto iniziale (rispetto dei limiti allo scarico dei liquami, adozione di tecnologie in ambienti chiusi e deodorizzati, mitigazione dell’impatto ambientale). Identici anche gli standard qualitativi e quantitativi con la stessa potenzialità di trattamento dei reflui».

Dal lavoro del team di specialisti sono emerse cinque “soluzioni tecniche”.  «Di queste, solo due, assai  simili tra loro, sono risultate tecnicamente  praticabili. Entrambe, prevedono la delocalizzazione del 50% della linea biologica da costruire ex novo sulle aree del Comune, in parte già adibite a servizi. Con opportuni interventi di adeguamento e di ristrutturazione edile, verrà riutilizzata  anche la linea biologica attualmente esistente e funzionante.  Tutte e due le soluzioni impiegano una tecnologia a fanghi attivi di tipo estensivo, al posto di quella a membrane contemplata dal Master Plan 2-5 che occupa spazi più contenuti, ma che richiede l’utilizzo di grandi  quantità di energia. Una volta realizzate, le nuove opere dovranno essere interconnesse idraulicamente e tecnicamente con il preesistente depuratore, in modo da costituire un’infrastruttura unica».

Sempre nella nota stampa l’Amministratore Unico, Filippo Carimati ha poi spiegato: «Alsi ha di fronte una gara d’appalto da 63 milioni di euro, aggiudicata in via definitiva da RTI Putignano-Artifoni-Desa per la realizzazione del Master Plan 2-5. Diversamente da quanto si sono affrettati a dichiarare alcuni soggetti con l’unico scopo di disinformare e creare confusione tra l’opinione pubblica, siamo dunque in una fase precontrattuale in cui c’è ancora tempo per intervenire ed eventualmente per rinegoziare il progetto, con le opportune valutazioni. Oltre al progetto Master Plan- aggiunge Carimati – adesso, sul piatto c’è un’altra soluzione, interessante per la contrazione della tempistica di circa un quarto e per l’abbattimento dei costi di realizzazione e di gestione, con ripercussioni a lungo termine anche sul sistema tariffario. Abbiamo già illustrato queste prospettive all’Assemblea dei Soci e al Comitato San Rocco».

I due percorsi progettuali differiscono solo per la tipologia delle vasche di sedimentazione: in un caso, sono circolari e nell’altra, rettangolari: «Indipendentemente dalla forma, i sedimentatori sono completamente chiusi, deodorizzati e circondati da ampie fasce di verde».