I carabinieri di Monza ritrovano quadro trafugato dai nazisiti

Il dipinto, realizzato da Arturo Tosi, era in possesso di un pensionato della bergamasca. L’opera è stata restituita al museo civico di Latina
Era stato trafugato dopo l’armistizio del 1943, portato via dai nazisti in ritirata. Oggi, il nucleo tutela patrimonio artistico dei carabinieri, a distanza di 70 anni, lo ha restituito al legittimo proprietario: il museo civico di Latina, città del basso Lazio che al tempo si chiamava Littoria. L’oggetto in questione che i detective dell’Arma sono riusciti a scovare è un dipinto realizzato da Arturo Tosi, uno degli artisti preferiti dal Duce, che raffigura uno scorcio bucolico di Schilpario, nota località turistica della bergamasca. Ed è stato proprio nella medesima zona che il quadro è stato ritrovato: era in casa di un pensionato di 77 anni residente appunto nella Provincia di Bergamo.
L’opera, dal titolo “Schilpario”, è un olio su tela di 90 centimetri per 70 donato al museo laziale nel 1937 e nel 1931, sei anni prima, era stato esposto alla prima edizione della Quadriennale di Roma: in quella occasione l’artista ottenne il premio della fondazione Crespi. Difficile ripercorrere tutti i “giri” fatti dal quadro. Molto probabilmente, dopo essere stato trafugato, venne bloccato sul confine, forse al Brennero. I tedeschi stavano scappando con vagoni e camion pieni di opere d’arte. Nel museo civico di Littoria ne furono trafugate circa 700, vale a dire praticamente tutte, e non è escluso che alla frontiera alcuni cargo siano stati abbandonati o bloccati. Fra questi c’era anche quello col dipinto di Tosi a bordo, che a quel punto deve essere passato di mano.
Il pensionato che lo possedeva ha spiegato che gli è stato lasciato in eredità dal padre e che lui lo ha sempre visto appeso a una parete. Nei suoi confronti non sono stati adottati provvedimenti e sotto il profilo giudiziario la sua posizione è tranquilla: quando ha saputo che i carabinieri stavano cercando il dipinto, l’ha resituito prontamente.
I carabinieri sono riusciti a individuarlo grazie ai monitoraggi che periodicamente effettuano nel mondo dell’arte, in modo particolare su le opere trafugate. Nel 2009 avevano notato che una foto recente di quel dipinto era stata esposta in una retrospettiva su Tosi a Brescia. E partendo da quello scatto, sono riusciti a risalire al possessore.