Monza, figlio modello ma in realtà rapina le banche

Un “bravo ragazzo” a cui nessuno avrebbe pensato come ad un rapinatore seriale. C.C.D, 23 anni, operaio incensurato residente a Varedo con mamma e papà, aveva invece la “passione” per i soldi facili, tanto da arrivare a mettere in atto sette rapine.
Un “bravo ragazzo” a cui nessuno avrebbe pensato come ad un rapinatore seriale. C.C.D, 23 anni, operaio incensurato residente a Varedo con mamma e papà, aveva invece la “passione” per i soldi facili, tanto da arrivare a mettere in atto sette rapine. Al termine di una complessa indagine condotta dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Monza e coordinati dal Pm Manuela Massenz, il giovane è stato arrestato per rapina aggravata.
Entrava in banca (con l’aiuto di un complice non ancora identificato) passando il dito sui dispositivi di rilevamento impronte posti all’ingresso, “forte” del suo essere incensurato e perciò non schedato dalle forze di Polizia. Una volta all’interno dell’istituto di credito sfoderava una pistola scacciacani senza bollino rosso di identificazione e si faceva consegnare il denaro disponibile.
La prima rapina, messa a segno a Paderno Dugnano, gli aveva fruttato 31.000 euro. Le successive, messe a segno tra l’agosto 2012 e il marzo 2013, importi tra i 5 e i 10 mila euro.
In due occasioni però, il colpo non è andato a segno e in uno di essi un poliziotto fuori servizio lo aveva bloccato e visto in faccia. Grazie alla sua testimonianza e al lavoro dell’ufficio Analisi e Pianificazione della Questura di Milano che ha analizzato le impronte rilevate dai dispositivi di sicurezza in ingresso alle banche, gli agenti monzesi sono arrivati a lui.
Il Gip del Tribunale di Monza, su richiesta del Pm, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a suo carico che gli agenti hanno eseguito mercoledì mattina. Tra lo sgomento dei suoi genitori, gli agenti della Polizia di Stato hanno rinvenuto nella sua stanza la pistola scacciacani utilizzata per le rapine.