Monza: fumata nera in consiglio. La minoranza fa saltare la seduta

Il numero legale per la seduta l’ha garantito l’opposizione salvo poi, con il gioco delle tre carte, farla saltare. Ieri sera in comune a Monza doveva svolgersi, come stabilito da calendario, la seduta sistematica del parlamentino cittadino.
Il numero legale per la seduta l’ha garantito l’opposizione salvo poi, con il gioco delle tre carte, farla saltare. Ieri sera in comune a Monza doveva svolgersi, come stabilito da calendario, la seduta sistematica del parlamentino cittadino. Doveva, appunto, in quanto la mancanza del numero legale all’appello, prima, e gruppo consigliare alquanto risicato, poi, hanno fatto tornare tutti a casa.
I FATTI. Sono le ore 18.30 quando il Presidente Pascariello, che nella seduta di ieri sera ha fatto le veci di Donatella Paciello assente in aula insieme al sindaco Scanagatti, ha come di consueto fatto l’appello. In aula 16 consiglieri, 14 di maggioranza più Gianmarco Novi (Movimento 5 stelle) e Paolo Piffer (Cambiamonza). Numero legale insufficiente dunque tanto da costringere il presidente ad una seconda chiamata. A permettere la fumata bianca all’Assise cittadina Pierfranco Maffè: il consigliere del Pdl ha fatto il suo ingresso poco dopo le 19.30 a differenza dei suoi compagni di banco, Martina Sassoli (Pdl), Domenico Riga (Pdl), Rosario Adamo (Pdl) e i consiglieri del Carroccio, Simone Villa e Alberto Mariani rimasti fuori.
Un misandestending, forse, un mal di pancia interno allo schieramento azzurro, probabile, fattostà che le ragioni vere e proprie restano nell’ombra.
«Ieri sera era prevista la discussione sul mio ordine del giorno sulla sicurezza. Guarda caso il consiglio salta perché il PD non garantisce il numero legale. – spiega il consigliere del Pdl Martina Sassoli – Semplice casualità o disinteresse al tema? Io mi sono rifiutata di entrare. Discutere di un problema simile in assenza del sindaco, della giunta e con un consiglio comunale decimato non avrebbe avuto nessun senso non solo politico, ma soprattutto una totale mancanza di rispetto nei confronti della città. E questo non è quello che Monza si merita. Non so perchè il consigliere Maffè abbia deciso di entrare in aula: abbiamo deciso di non entrare così da dare un segnale forte sia al primo cittadino sia per dare voce alla minoranza».
Nessuna incomprensione interna a detta di Pierfranco Maffè: «Venivo dal congresso dell’Anci – spiega – Nessuno avrebbe prefigurato che venisse a mancare il numero legale, erano pergiunta appena due giorni prima state confermate le date di convocazione. Sono entrato in aula perchè ho ritenuto fosse importante sottolineare a tutti come non ci fosse margine per convocare quella seduta. Era per me doveroso chiarire la situazione. La mia personale opinione è che il consiglio di ieri sera andasse sconvocato fin dall’inizio dato che non c’erano i numeri. Porto comunque massimo rispetto per le decisioni di tutti».
I rumors poi sono proseguiti anche al termine alla chiusura dei lavori: «La sistematica è il momento dove la voce dei cittadini può arrivare con più forza in aula con le interpellanze e le mozioni, e la scelta di non entrare pur essendo presenti ha negato che ciò potesse accadere. Attendiamo le motivazioni che giustifichino un tale gesto» ha commentato Alessandro Gerosa, capogruppo di Sel.
Uno spreco di denaro pubblico? Spetta ai monzesi giudicarlo ma dal Pd intanto fanno sapere: «Il gettone di presenza relativo alle seduta di ieri verrà devoluto in favore dell’emergenza freddo» ha spiegato il capogruppo Marco Sala.