AAA vendesi Villa Mirabellino. L’Italia mette sul mercato i “pezzi grossi”

14 ottobre 2013 | 11:08
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AAA vendesi Villa Mirabellino. L’Italia mette sul mercato i “pezzi grossi”

Villa Mirabellino, residenza nobiliare della seconda metà del XVIII secolo, una delle meraviglie del parco di Monza e unica proprietà demaniale rimasta nel polmone verde, sarebbe in vendita.

La chiamavano Villa Amalia, in onore della consorte del Viceré d’Italia, Augusta Amalia di Baviera, vecchia proprietaria. I più la conoscono come Villa Mirabellino, la “sorellina” della più nota Villa Mirabello. In futuro, chissà, potrebbe assumere il nome del nuovo proprietario.

Già, Villa Mirabellino, una delle meraviglie del parco di Monza, residenza nobiliare della seconda metà del XVIII secolo, sarebbe in vendita. Il governo Letta sta procedendo alla cernita dei beni immobili di proprietà del demanio da collocare sul mercato per fare cassa – obiettivo 2 miliardi di euro – e tra un’isola della laguna di Venezia, un castello nel Viterbese e dimore storiche a Ercolano, ecco spuntare il nome della Villa Mirabellino.

Dal consorzio Villa Reale rendono noto «di non sapere nulla». Ma conta poco. Villa Mirabellino è l’unica proprietà demaniale all’interno del parco. A fine anni Novanta fu indicata come sede per la sezione di Botanica del Museo civico di Storia naturale del Comune di Milano, ma non se ne fece nulla. Nata come salotto letterario e culturale nel 1776, Villa Mirabellino venne lasciata in eredità ai Trivulzio. Nel 1805 venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, vicerè d’Italia e principe di Venezia, che la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera. Nel 1838 venne trasformata anche nell’aspetto esterno dall’architetto Giacomo Tazzini, che cancellò le linee barocchette della facciata, adattandola al gusto dell’epoca. Nel 1919 l’insieme di parco e edifici passò dalla Corona al Regio Demanio e villa Mirabellino, con annesso giardino, venne consegnata nel 1920 all’Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra, come sede dell’Istituto Principessa Maria di Savoia. Il suo uso nel 1942 venne dato in concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza.