Desio, l’ampliamento dell’inceneritore fa divampare le polemiche

13 novembre 2013 | 00:13
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Desio, l’ampliamento dell’inceneritore fa divampare le polemiche

Residenti preoccupati per la loro salute. La Lega incalza il Pd che si difende sostenendo la necessità di una dismissione graduale. L’assessore Sassoli: “Direttiva Seveso garanzia per la salute di tutti”

Fra un po’ brucerà anche più rifiuti l’inceneritore di Desio, ma per ora si è limitato a infiammare la vita politica locale con una polemica che vede protagonisti chi condivide la scelta di aumentarne la portata e chi invece la condanna. La scorsa settimana è stato varato il nuovo piano industriale di Bea (Brianza energia ambiente). Il documento è stato approvato venerdì a maggioranza dagli enti soci e prevede che la quantità di rifiuti bruciati annualmente dall’impianto passi da 80mila a 88mila tonnellate annue di rifiuti inceneriti. A favore si sono espressi i Comuni di Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Limbiate, Meda, Nova Milanese, Seveso e Solaro. Si sono invece astenuti i sindaci di Varedo e Muggiò e la Provincia di Monza e Brianza.

Grazie a questa approvazione, diminuiranno le tariffe: 12 euro in meno a tonnellata nel 2014 e 25 euro nel 2020, oltre a una prevista riduzione degli investimenti a carico da 25 a 15 milioni di euro con un tempo di ritorno previsto da 20 a 15 anni. Come dire, di questi tempi conviene badare di più al portafoglio che all’ambiente.

Tuttavia, un minuto dopo si sono scatenate le polemiche. I residenti di Desio e Bovisio che ospitano l’inceneritore temono per la loro salute e la Lega ha puntato il dito contro i sindaci che hanno votato a favore, tutti del Pd. “E’ un controsenso storico – dice Massimiliano Romeo, consigliere regionale del Carroccio – un’azione gravissima

a tutto danno della salute dei cittadini brianzoli. Il PD organizza convegni pubblici su ecologia e rispetto dell’ambiente, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, il Partito Democratico fa l’esatto contrario di quanto va predicando”.

Immediata la replica di Domenico Guerriero, capogruppo Pd in Provincia. “Polemica posticcia quella della Lega – ha commentato Guerriero -. Forse nascondono qualche interesse. Comunque sia, il

forno deve lavorare con una prospettiva e non può essere spento così, nel giro di tre o quattro anni. Servono investimenti mirati per una dismissione graduale, magari nel giro di 15 anni”.

Sulla questione è intervenuta anche l’assessore all’Ambiente di palazzo Grossi, Martina Sassoli. “In Lombardia esiste la direttiva Seveso che è molto rigida in tema di inquinamento ambientale – ha concluso -. Gli abitanti della zona non rischiano. La scelta di aumentare la quantità di rifiuti da bruciare è stata di natura economica e se Regione, Asl e Arpa hanno dato il via libera non dovrebbero esserci complicazioni”.