Monza terza città d’Italia per la prostituzione on line. Oramai anche il mondo del sesso a pagamento è diventato 2.0. I “viali del vizio” così come venivano chiamate un tempo le strade frequentate dalle lucciole sono sempre più vuoti. In compenso, si stanno affollando altri viali, le autostrade della rete lungo le quali imperversano annunci hot di ogni tipo.
Secondo uno studio realizzato dal gruppo di ricerca sulla criminologia elettronica “eCrime” del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli studi di Trento, intitolato “Il cinguettio delle lucciole”, ogni giorno in Italia vengono messi in rete una media di 2676 annunci di prostituzione tramite Twitter (quasi uno ogni 30 secondi). Sul podio più alto si è piazzata Milano, seguita da Roma e, appunto, da Monza. Poi, seguono Firenze e Torino e completano la top ten italiana Frosinone, Bologna, Varese, Padova e Bergamo.
Il web è diventato il punto di incontro fra domanda e offerta e tanto per capirsi in Italia, grazie a Internet, ogni anno vengono vendute 4 milioni e mezzo di prestazioni sessuali, per un giro d’affari superiore al miliardo di euro. Una volta ad attirare i clienti erano generosi decolté o minigonne vertiginose. Oggi, lo stesso ruolo lo giocano le fotografie (sovente ritoccate o false) e le parole chiave. L’analisi dei tweet ha consentito anche di stilare l’elenco dei termini più frequenti.
Oltre ai nomi delle città, le parole chiave più ricorrenti sono quelle che riportano alla prostituzione di matrice asiatica, ma il termine “italiana” tiene comunque banco anche e soprattutto come tratto distintivo e valorizzante. Poi, seguono le parole descrittive che spaziano da “bella” a “bellissima”, passando per “sexy”, “calda” e l’immancabile “porca”.
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