I giovani scelgono l’estero. E i brianzoli? L’inchiesta a puntate di MB News

MB News inaugura una serie di articoli dedicati ai giovani brianzoli che sono emigrati per trovare un lavoro e una nuova vita. Da domani, ogni settimana fino a Natale.
Cervelli in fuga o ‘semplici’ braccia in cerca di lavoro. Le statistiche dell’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) dicono che è in aumento il numero dei nostri connazionali che decide di partire: nel 2012 sono stati 78.941 gli italiani che hanno spostato la loro residenza all’estero, il 30,1% in più rispetto al 2011. Sono più uomini che donne (il 56% contro il 44%), e per lo più trentenni: i dati riferiti alla fascia tra i 20 e i 40 anni sono in crescita (35.435, +28,3% rispetto al 2011), ma di questi i 30-40enni sono più dei 20-30enni (20.650 espatri contro 14.758).
Le destinazioni preferite dalla fascia giovane (che in Italia va dai 20 ai 40 anni) sono per lo più europee, ma nella top ten entrano, forse a sorpresa, anche Paesi del Sud America: in cima al podio ci sono le destinazioni ‘classiche’, Germania (5.137 gli under 40 che vi si sono trasferiti nel 2012), Gran Bretagna (4.688) e Svizzera (4.103); seguono Francia (2.946), Stati Uniti (2.192), Spagna (2.081), Argentina (2.058), Brasile (1.768) e Belgio (1.012). La Lombardia è la regione che maggiormente alimenta l’emigrazione (13.156 nel 2012), seguita, ma di molto, dal Veneto (7.456) e dalla Sicilia (7.003); fonte: La fuga dei talenti.
I dati dell’Aire, però, sono solo parziali, perché registrano solo chi vi si è iscritto e ha spostato la propria residenza all’estero: per avvicinarci a quantificare il numero reale di persone che ogni anno si spostano, dovremmo almeno raddoppiarli.
I giovani italiani fanno le valige per via della crisi, certo, ma la mancanza di lavoro incontra spesso altre motivazioni: il desiderio di emancipazione, la volontà di mettersi alla prova, la curiosità di conoscere nuovi mondi. Senza contare che in Italia andare a vivere da soli non è facile: è di qualche giorno fa il dato, emerso dalla presentazione del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo illustrato presso la Camera di Commercio di Monza e Brianza, secondo cui 4 giovani italiani su 5 (in Lombardia, 2 su 3) sarebbero tornati a vivere con i genitori: il lavoro non c’è, o paga troppo poco, e mamma e papà restano i migliori ammortizzatori sociali. La politica, comunque, non aiuta: come riportato da Il Fatto Quotidiano e Internazionale, infatti, all’inizio di novembre il ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, a Londra per discutere di larghe intese, instabilità politica, Europa, regime fiscale e legge di stabilità, aveva dichiarato: «moltissimi ragazzi vengono qui nel Regno Unito a cercare un lavoro. Ed è per questo che stiamo pensando a programmi delle ambasciate per aiutare i giovani». A restare in Italia? No, all’estero: «Il mercato del lavoro è più fluido del nostro, offre molte più possibilità».
MB News ha raccolto per voi alcune testimonianze di giovani brianzoli che ora vivono e lavorano all’estero (e che, almeno per il momento, non pensano di tornare). Dagli Stati Uniti fino all’Australia, passando per l’Europa, abbiamo parlato con un gruppo di ventenni molto diversi tra loro. Tutti, però, sono partiti per inseguire un sogno, o vincere una sfida; di certo, nessuno di loro è un “bamboccione”. Potete già leggere la prima intervista qui (ne pubblicheremo una alla settimana): oggi Alice Molteni, biologa, ci spiega perché per fare ricerca è andata in California.
by G.S.