Il dilemma dello Stadio Brianteo: da “distruggere” o da valorizzare?

5 novembre 2013 | 11:39
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Il dilemma dello Stadio Brianteo: da “distruggere” o da valorizzare?

Venticinque anni e… sentirli tutti. Lo stadio comunale Brianteo ha compiuto mestamente un quarto di secolo lo scorso 28 agosto, data di inaugurazione dell’impianto sportivo, avvenuta in occasione della partita di calcio Monza-Roma di Coppa Italia.

Venticinque anni e… sentirli tutti. Lo stadio comunale Brianteo ha compiuto mestamente un quarto di secolo lo scorso 28 agosto, data di inaugurazione dell’impianto sportivo, avvenuta in occasione della partita di calcio Monza-Roma di Coppa Italia.

Abbiamo assistito a celebrazioni da mille e una notte per i 101 anni della società pallonara cittadina, ma per quanto riguarda lo stadio sono forse di più coloro che lo vorrebbero distruggere e ricostruire di quelli che al contrario lo vorrebbero valorizzare.
Per molti monzesi lo stadio è bello perché imponente e moderno rispetto ai tanti ruderi disseminati per la Penisola, soprattutto in città che ospitano la Serie B o i campionati di Lega Pro. Per molti altri monzesi lo stadio è brutto perché ha le tribune enormi, le curve piccole, le gradinate non sono abbastanza vicine al campo e per una miriade di altri motivi più che altro di natura logistica.

In questi 25 anni di discussioni la questione dello stadio, della sua funzionalità e della sua sicurezza ha via via preso piede con l’assommarsi di leggi e decreti approvati o in itinere, come attualmente lo è la cosiddetta “legge sugli stadi”, che fa gola a molti imprenditori, soprattutto edili. Ma anche i piccoli e grandi disagi dei tifosi hanno a volte contribuito a sollevare alcune problematiche. Su tutti quello del mai collaudato ascensore, che avrebbe dovuto permettere ai disabili e agli anziani di accedere con minori difficoltà alla tribuna. Minori difficoltà perché il progettista aveva “intelligentemente” previsto che una volta arrivato in cima il disabile avrebbe dovuto, per vedere una partita e non i muri interni dello stadio, scalare una rampa di una decina di gradini…

monza-disabile-calcio-monzaNelle scorse settimane un tifoso del Monza figlio di un malato di Sla costretto alla carrozzina aveva fatto recapitare una lettera alle testate giornalistiche denunciando il fatto che suo padre era costretto a vedere le partite dalla curva scoperta a causa dell’insensibilità degli amministratori locali. Un’accusa respinta da quelli attuali: “Non è vero che siamo insensibili nei confronti dei disabili – commenta Silvano Appiani, consigliere comunale delegato allo Sport – Per loro, a livello di attività sportiva, stiamo facendo parecchio”. Intanto, quello che doveva essere un collaudo da pochi milioni di lire, si è trasformato in 25 anni in un intervento da 60mila euro, perché in base alle nuove normative sulla sicurezza i due ascensori (chi ha mai saputo che sul lato esterno della tribuna c’è anche quello per i giornalisti?) dovrebbero essere rifatti. Il collaudo degli ascensori non è l’unica cosa che non è mai stata eseguita nello stadio. Quel 28 agosto 1988 si dovette a tutti i costi inaugurare il Brianteo anche se non terminato: il problema fu che successivamente si completò la tribuna rimanente, ma non si effettuarono numerosi lavori di messa in sicurezza degli impianti.

A ricordare bene i fatti e i misfatti del Comune è il geometra Enzo Redaelli, per molti anni (fino al 2004) team manager e responsabile stadio del Calcio Monza, il club che ha sempre avuto in gestione il Brianteo: “I contratti di concessione di volta in volta sottoscritti prevedevano che la manutenzione ordinaria fosse a carico dei gestori e quella straordinaria a carico della proprietà. Dopo pochi anni dall’inaugurazione  credo agli inizi degli anni Novanta, è scaduto il certificato di prevenzione incendi e non è mai stato rinnovato, non avendo nessuno provveduto ad adeguare lo stadio alle normative in continuo aggiornamento. Prima arrivò la Legge Gava e in tempi più recenti i Decreti Pisanu, Amato e Maroni. Di lavori ne sono stati eseguiti, ma ogni volta a rincorrere le normative, mai a rispettarle completamente. E così, a tamponare la carenza, è sempre presente allo stadio, in occasione delle partite di calcio, una squadra di Vigili del fuoco con l’autopompa. Questo è uno dei motivi per cui, nonostante il Brianteo possa contenere 18.568 spettatori, da molti anni non ottiene l’agibilità per contenere più di 10mila persone in occasione di eventi calcistici”.

ultras-monza-stadio-mbUn altro certificato di cui lo stadio di Monza è stato sprovvisto per due anni e mezzo è il certificato di collaudo statico delle strutture, nel caso specifico la copertura della tribuna. “Il certificato (di durata decennale, ndr) è stato rinnovato lo scorso maggio – conferma l’architetto Elisa Gabutti dell’Ufficio tecnico del Comune – Per quanto riguarda gli altri interventi di adeguamento alle normative vigenti, pochi anni fa è stato approvato un progetto da circa un milione di euro. Ma non è stato portato avanti. La città ha molte priorità, per esempio le scuole, e ora l’Amministrazione comunale attende di vedere la proposta di project financing che l’Ac Monza intende presentare”.

Nel periodo finale di presidenza dell’Ac Monza da parte di Giovanni Battista Begnini, cioè alla fine degli anni Duemila, dai tecnici del Comune fu stimato che per sistemare lo stadio, non solo alle normative di legge, ma anche a quelle di Figc e Lega calcio, servivano un milione e 700mila euro. Di questi tempi, è impensabile che un Ente pubblico relativamente piccolo li possa sborsare. Largo ai privati, dunque, in cambio di una forma di concessione più duratura nel tempo per rientrare dagli investimenti. “Stiamo attendendo la proposta di project financing dell’Ac Monza – spiega Appiani – Ora come ora è inutile effettuare manutenzioni allo stadio, anche perché costose”.

Pare che il club presieduto dal costruttore inglese Anthony Jon Domingo Armstrong-Emery stia lavorando su due progetti alternativi, immaginiamo molto diversi anche per i costi. Secondo indiscrezioni (dopo una settimana di richiesta di intervista non abbiamo ricevuto neanche un “sì” o un “no” di risposta…), oltre a eseguire i lavori di adeguamento alle normative, l’imprenditore britannico vorrebbe coprire interamente sia le curve che i distinti e trasformare il terreno di gioco da naturale a sintetico, anche perché è suo desiderio ospitare nell’impianto di viale Sicilia non solo la prima squadra di calcio per tutta la settimana (trasferendola completamente dal centro sportivo Monzello), ma pure altre discipline sportive e altri eventi, come ad esempio grandi concerti.