Il “Faraone” del Monza Marathon Team trionfa in Africa

10 novembre 2013 | 23:33
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Il “Faraone” del Monza Marathon Team trionfa in Africa

Ha corso e ha vinto la prima ultratrail di Zanzibar. Si tratta di Mario Villa, detto il Faraone, atleta del Monza Marathon Team. Un’impresa interessante fuori dai circuiti tradizionali. Ecco il suo diario.

Ha corso e ha vinto la prima ultratrail di Zanzibar. Si tratta di Mario Villa, detto il Faraone, atleta del Monza Marathon Team. Un’impresa interessante che ha visto per la seconda volta questo corridore cimentarsi settimana scorsa in Africa su delle distanze non consone e su terreni non facili. Ecco qui di seguito il suo diario di viaggio, o meglio d corsa.

Sbarco a Zanzibar dopo 10 ore di volo (fuso orario: meno 2 ore rispetto all’ Italia).

La gara consiste in 100 km circa da percorrere in 4 tappe, con una temperatura che si aggira intorno ai 30 gradi (umidità altissima!). Circa 40 gli iscritti di cui 4 o 5 elementi forti, come ad esempio Marmonti Osvaldo, mia vecchia conoscenza, reduce dal tour degeant e a grande sorpresa una ragazza siciliana arrivata 2° assoluta e 1° tra le donne (maggiori dettagli su Run & Travel).

LUNEDI’: sveglia alle 5 (per evitare il caldo), percorso spettacolare misto di 20 km: si corre tra sterrati, strade asfaltate e passando in mezzo a mangrovie e palmeti, si arriva ad una salita sterrata di 800 mt ripida e dura.

Arrivo comunque primo! Seconda a 3 minuti la prima tra le donne, terzo Marmonti. Bene così!

MARTEDI’: sveglia sempre all’alba, rifornimento di acqua nel Camelbac (rigoroso da regolamento) e si parte da Mgonyonia, fino ad arrivare a Mugugni Beach in riva al mare. Da strada asfaltata, si passa subito in mezzo a campi di caucciù, bananeti, sentieri stretti, palmeti di cocco e manghi; corro con prudenza fino al km 30 ma nonostante il ristoro mi sento sfinire poco a poco; finisco l’acqua e termino gli ultimi 4 km camminando: vengo superato dalla prima tra le donne e gli ultimi 3 km su strada calcarea sono un incubo ma finalmente giungo all’arrivo (tempo: 3 ore e 38 min). Sono a pezzi e riparandomi presso una vecchia barca medito di ritirarmi…

Fortunatamente, il giorno dopo si riposa. Noto due unghie insanguinate. Una la perderò.

GIOVEDI’: 3° tappa di 25 km. A parte le cosce dure mi sembra di stare bene: parto e sto con il gruppetto dei migliori fino all’ 8 km, poi decido di andarmene. Fortunatamente, passando in mezzo ai villaggi, trovo anche un po’ di ombra che agevola l’andatura. Il percorso è tipo campestre (che adoro): passo coltivazioni di spezie, una foresta di caucciù con baobab stupendi, poi asfalto fino all’arrivo, in mezzo ad un villaggio circondato da banani. Mi sento felice: ho retto la maratona e la classifica mi dà morale.

VENERDI’: 4° e ultima tappa di 16 km, tutta su sabbia. Si corre in riva al mare con arrivo al Mvuvi Resort, dove siamo alloggiati. Parto tranquillo ma sentendomi bene, decido di andarmene dopo 1 km per non stare troppo sulle gambe e così, in 1 ora e 10 min, taglio il traguardo felice e vincente, festeggiato dai masai, dalla moglie e dagli amici / organizzatori di Run & Travel.

Ora, con il premio vinto, mi tocca andare a fare la 100 a tappe in Etiopia, che sofferenza!!!

Scherzi a parte, vi consiglio l’isola: aragoste, frutta e mare davvero deliziosi.

Baci dal faraone”.