Lissone, dove ci si perde tra le “Padanie”. Ne resterà soltanto una?

27 novembre 2013 | 23:17
Share0
Lissone, dove ci si perde tra le “Padanie”. Ne resterà soltanto una?

La Giunta di Lissone pare intenzionata a cambiare nome a via e viale Padania. Resterebbe solo piazzale Padania. Ecco perché.

Gli anni – parecchi – di amministrazione leghista in quel della città del mobile hanno lasciato in eredità, tra le altre cose, un certo surplus di Padanie e un po’ di confusione odonomastica ai lissonesi, specialmente ai postini. Tra via Padania, viale Padania e piazzale Padania, il trittico di strade a denominazione Carroccio, che si rincorrono tra loro in poche centinaia di metri, la Giunta di centrosinistra – per adesso attraverso un’informativa, non ancora deliberata – avrebbe deciso di “salvare” solo il piazzale, che coinvolge oltre 50 residenti. Cambierebbero nome via e viale. Quest’ultimo sede del Museo d’Arte Contemporanea.

«La procedura è attivata – conferma l’assessore di riferimento, Roberto Beretta – oltre a togliere l’impronta partitica che i precedenti amministratori hanno voluto imporre alla città, anche la legge prevede che non ci possano essere ripetizioni, per evitare confusioni. La comunicazione è stata inviata agli indirizzi interessati, che sono soltanto poche realtà commerciali e che hanno tempo 30 giorni per eventuali ricorsi. Dopodiché la delibera della Giunta sarà mandata in prefettura, dove passerà al vaglio della commissione storica e del prefetto».

Il lotto di nomi nuovi per viale Padania, «solo abbozzi», specifica Beretta, comprende Carlo Emilio Gadda, per la citazione lissonese all’interno del suo romanzo L’Adalgisa e, come proposto dal consigliere Cesare Fossati, Elisa Ancona, unica ebrea deportata da Lissone ad Auschwitz, quando aveva già più di 80 anni, «l’idea è di dedicare a lei il viale che presumibilmente è l’ultimo percorso prima di prendere il treno per il campo di sterminio».

«Non è nemmeno tramontata – conclude Beretta – l’ipotesi di cambiare nome a piazza Craxi, abbiamo già tentato, ci riproveremo. Come detto ai tempi dell’inaugurazione vorremmo fosse scelto il socialista giusto per quella piazza, Sandro Pertini».