Museo del ciclismo, battenti chiusi fino a marzo. Poi, si vedrà

Nel museo sono custodite le vecchie maglie dei campioni del ciclismo, le loro bici e numerosi ricordi di tante imprese. A volerlo fu il campione Fiorenzo Magni, monzese d’adozione. Da mesi era in difficoltà economiche
Il museo del ciclismo alla Madonna del Ghisallo chiuderà per cinque mesi. Da mesi la struttura si trovava in una situazione difficile sotto un profilo economico. Nel museo sono custodite le vecchie maglie dei campioni del ciclismo, le loro bici e numerosi ricordi di tante imprese. La chiusura è scattata il 3 novembre e i battenti rimarranno serrati fino a marzo 2014. Tuttavia, non è detto che riaprano. Riapriranno se ci saranno soldi e finanziamenti, che per il momento mancano, anche se politica, ex campioni, sponsor, squadre e Coni stanno già cominciando ad adoperarsi in operazioni di fundraising.
A volere il museo fu Fiorenzo Magni, monzese d’adozione, ma soprattutto rivale di Coppi e Bartali, il cosiddetto terzo uomo. Proprio Magni ha sognato e voluto quel museo, inaugurato nel 2006 da papa Ratzinger, chiamando a raccolta amici e ad aziende private. Inizialmente fu un successo. Ma i tempi adesso sono complicati e la crisi è sempre più dura. Le idee per il recupero non mancano. Tuttavia, il tempo scarseggia. In particolare, Antonio Rossi e Cristina Cappellini, assessori di Regione Lombardia, con deleghe rispettivamente allo Sport e alle Culture, vogliono che la Regione «assuma il ruolo di regia e coinvolga associazioni, enti locali, Coni e sponsor privati».