“Porte di dolore”, a Monza un’opera in memoria di Lea Garofalo

Inaugurata alla presenza di numerosi cittadini e di rappresentanti dell’associazione Libera, intervenuti alla cerimonia all’interno del cimitero di San Fruttuoso.
Una porta in cemento, fregiata dei pugni con cui Lea Garofalo, uccisa perché ha denunciato l’ex compagno per ‘Ndrangheta, ha combattuto per garantire una vita diversa per se e sua figlia Denise, oggi ventenne, é l’opera a lei dedicata dalla città di Monza nel cimitero del quartiere San Fruttuoso.
Inaugurata alla presenza di numerosi cittadini e di rappresentanti dell’associazione Libera, intervenuti alla cerimonia all’interno del cimitero di San Fruttuoso, l’opera dedicata a Lea, madre coraggio, è stata realizzata dall’artista Ernesto Galimberti “rappresenta una porta di cemento, uno spartiacque tra un prima e un dopo che Lea ha affrontato e deciso di cambiare – spiega l’autore- poi c’è un vuoto, che si riempie con tutto ciò che noi siamo in grado di far passare”.
Lea Garofalo fu uccisa nel 2009 dal suo ex compagno e padre di sua figlia, perché lo denunciò alla magistratura quale affiliato alla malavita. I suoi resti carbonizzati furono trovati in un campo di via Marelli, a pochi metri dal cimitero “Lea Garofalo era una di noi. I comuni devono costruite piattaforme di legalità perché gli appalti siano puliti – dichiara il Sindaco di Monza Roberto Scanagatti – e poi dobbiamo stare vicino a chi denuncia a chi lotta contro l’illegalità”.