Province. Centemero, si dimette da relatore: “Ddl Delrio non è una vera riforma”

2 dicembre 2013 | 14:43
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Province. Centemero, si dimette da relatore: “Ddl Delrio non è una vera riforma”

Un netto dietrofront quello dell’onorevole Elena Centemero, che incaricata dal Governo Letta di essere il relatore del provvedimento per l’abolizione delle province, oggi si dimette.

Un netto dietrofront quello dell’onorevole Elena Centemero, che incaricata dal Governo Letta di essere il relatore del provvedimento per l’abolizione delle province, oggi si dimette. “Quella di Delrio non è una vera riforma”.

Dopo mesi, dopo numerose comunicazioni “pro” Delrio e dopo scontri avuti anche all’interno del suo partito e in particolare con il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi, l’onorevole preannuncia il voto contrario al ddl Delrio di Forza Italia. Inizia quindi l’opposizione  del partito di Silvio Berlusconi, la cui posizione, a dir il vero, sulla questione delle province non era mai stata netta. Pensieri diversi avevano diviso il partito in diverse frage.

“La nostra è una scelta di merito, legata alla valutazione negativa di un provvedimento che non abolisce le province, che stabilisce che il sindaco della città metropolitana, sia di diritto, il sindaco del capoluogo, che crea addirittura ‘province ciambella’ per i comuni che non vogliono aderire alle città metropolitane, che prevede procedimenti diversi per i comuni che vogliono entrare ed uscire dalle aree metropolitane, generando disparità e disuguaglianze. – ha affermato Elena Centemero – Il ddl Delrio non semplifica, non restituisce funzionalità al sistema, né efficienza né economicità. Esempio ne sono le città metropolitane: il ddl ne prevede addirittura dieci, mentre sarebbe stato ben più credibile attribuire questo status alle sole aree con popolazione superiore ai 3 milioni di abitanti. Riteniamo inoltre che manchi una visione organica di riforma costituzionale, che preveda anche la ridefinizione del ruolo delle regioni, più che mai urgente. In una parola, il provvedimento in esame non è una vera riforma. Proprio per la nostra vocazione riformista, improntata al principio di sussidiarietà, e per la consapevolezza della responsabilità che abbiamo di ammodernare lo Stato, ho rassegnato le dimissioni da relatore del provvedimento”.

Ecco qui l’ultima intervista dell’onorevole, quando invece pensava che questa riforma sarebbe stata una buon cosa per l’Italia.