Tangenti ed appalti rifiuti: contavano i soldi mentre erano al telefono

13 dicembre 2013 | 10:18
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Tangenti ed appalti rifiuti: contavano i soldi mentre erano al telefono

Andranno avanti ad oltranza gli interrogatori di tutti i coinvolti nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Monza “Clean City”, coordinata dai Pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo.

Andranno avanti ad oltranza gli interrogatori di tutti i coinvolti nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Monza “Clean City”, coordinata dai Pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo. Le quarantuno persone interessate dal fascicolo, di cui ventisei arrestati ed associati in carcere o ai domiciliari, avranno la possibilità di scegliere se raccontare la propria verità o meno in merito alla scalata a leader del settore rifiuti, pulizie strade e spurghi della “Sangalli Giancarlo & C.” a suon di mazzette.

La Procura di Monzanon ha dubbi, nelle oltre trecento pagine di ordinanza, tra le migliaia di intercettazioni telefoniche ed ambientali rilevate negli uffici della società e nelle telefonate tra indagati, è tutto documentato. “Sangalli era l’epicentro del sistema corruttivo”, un sistema corruttivo da lui stesso messo in atto per essere certo di vincere le gare d’appalto che gli interessavano. I soldi arrivavano subito, puliti, appena veniva individuato il politico o il funzionario pubblico idoneo. Tutto purché le gare venissero ben “oliate”, “vestite” perché la società monzese risultasse l’unica con le caratteristiche idonee. Secondo le indagini della magistratura è andata così in Puglia, nel Lazio, a Monza e a Pioltello, come agli atti risulta in un’intercettazione dove Sangalli con sua figlia fa proprio la somma dei soldi dati e li conta “Te oh…Il Sindaco mi ha detto ne ha bisogno una trentina, e (bestemmia), dopodiché sono sette milioni e mezzo porca…” e ancora “Li ho contanti tre volte, 1, 2, 3, 4, 5, 6…20”, sua figlia gli si raccomanda “State attenti se vi seguono eh”.

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