Unione artigiani Milano Monza e Brianza, per il 2014 “chiedono strada”

23 dicembre 2013 | 12:25
Share0
Unione artigiani Milano Monza e Brianza, per il 2014 “chiedono strada”

Fateci strada. Gli artigiani di Monza e Brianza giocano con le parole auspicando che si traducano in fatti concreti in modo da consentire alle micro e pmi del territorio di agganciare meno faticosamente l’agognata ripresa.

Fateci strada. Gli artigiani di Monza e Brianza giocano con le parole auspicando che si traducano in fatti concreti in modo da consentire alle micro e pmi del territorio di agganciare meno faticosamente l’agognata ripresa.

Dopo diversi anni di recessione pesante, alla fine di questo ennesimo travagliato anno di lavoro, l’Unione Artigiani scorge segnali meno preoccupanti. Un pizzico di ottimismo trapela, ma per far tornare il sole a splendere sulla crescita economica della Brianza c’è bisogno di qualcosa di più.

All’Expo manca ormai poco più di un anno e, affinché si inneschi la ripartenza, occorre che tutti remino dalla stessa parte: istituzioni, parti sociali e associazioni di categoria. Servono, insomma, progetti, soldi, infrastrutture e organizzazione. E se i primi ci sono, per gli altri onestamente manca ancora parecchio.

Anzitutto per quanto concerne l’appuntamento con l’Esposizione Universale del 2015. Per quanto riguarda contratti d’appalto e coninvolgimento delle imprese locali, le aspettative sono andate ampiamente deluse. Nella maggioranza dei casi i lavori sono stati assegnati a grandi imprese, neppure lombarde. E anche il subappalto spesso finisce addirittura in mani straniere. Fino ad ora gli imprenditori del territorio hanno goduto, insomma, di un impatto di Expo assai marginale.

C’è ancora la possibilità che una volta giunti in loco gli stranieri si avvalgano di società locali, anche se oggettivamente stiamo parlando di speranze remote.

Però c’è anche un aspetto positivo legato all’evento straordinario che ci attende nel 2015. Sono attesi circa 20 milioni di visitatori, tre milioni solo i cinesi, e le opportunità per l’intera filiera del turismo è ghiotta, basti pensare solo alla clientela business. Come Unione Artigiani stiamo lavorando con convinzione sulla creazione di reti di impresa che si possano presentare agli investitori d’oltreconfine proprio con Expo.

Dal settore moda all’edilizia fino alle manifatture, abbiamo tante piccole imprese di eccellenza che hanno bisogno, e meritano, di farsi conoscere e di essere sostenute nel delicatissimo momento del rilancio produttivo.

Permangono però ancora diverse preoccupazioni, soprattutto in merito ad alcune infrastrutture viabilistiche attese, ma i cui tempi di realizzazione fanno temere ritardi. Penso a Pedemontana, alla Rho-Monza, alla Brebemi, alla Tem. Sono tutte opere indispensabili e per buona parte finanziate dallo Stato. Temo che i fondi non arrivino completamente o che arrivino tardi, compromettendo le realizzazioni iniziate.

Pedemontana, per la Brianza, ma per tutta la Lombardia e in nord del Paese, rappresenta una priorità, seguita dalla Tem che garantirebbe la velocizzazione del traffico commerciale dell’area metropolitana milanese. Due infrastrutture che, se realizzate secondo la tempistica prevista, costituirebbero un enorme vantaggio competitivo. Basti pensare che oggi stimiamo che per far muove un tir sulle nostre strade, ogni chilometro costa in media 1,6 euro, contro l’1,4 di francesi e tedeschi.

Per non parlare delle difficoltà enormi costituite dall’accesso al credito, cui riusciamo a far fronte solo grazie alla nostra Cooperativa di Garanzia, al tema del cuneo fiscale insostenibile, del costo del lavoro che frena l’occupazione, degli adempimenti burocratici.

Le istituzioni stanno forse entrando nell’ottica di un cambiamento necessario. Registriamo una accelerazione dal punto di vista delle procedure e delle autorizzazioni del Cipe, ma ancora tutti i finanziamenti per le opere non sono stati stanziati. Le infrastrutture su cui insistiamo non risolvono solo problemi di mobilità, ma generano ricchezza e danno un ritorno in termini di entrate fiscali e posti di lavoro.

E’ necessario tornare a fare investimenti e questo Bruxelles deve capirlo, anzi dobbiamo essere bravi noi a fare squadra e farlo capire all’Europa. Escludere le spese per investimenti dal calcolo del patto di stabilità è vitale.

Scorgiamo la luce in fondo al tunnel, ma abbiamo in pancia cinque anni di segni meno su produzione e occupazione e per invertire la tendenza ci vuole uno scossone.

Urgono alcune riforme irrimandabili: taglio netto della spesa pubblica improduttiva, riduzione del peso di tasse e imposte per rilanciare investimenti e consumi, semplificazione burocratica.

Basta parole, occorrono fatti concreti per imboccare la giusta strada della ripresa.

Walter Mariani

Presidente

Unione Artigiani della Provincia di Monza e Brianza

Marco Accornero

segretario generale

Unione Artigiani della Provincia di Monza e Brianza