Abolizione province, il Ddl Del Rio al centro delle polemiche

Secondo l’intervento di un Senatore durante il dibattito le città metropolitane starebbero lievitando sensibilmente rendendo così vano il risparmio ricavato dalla cancellazione degli enti intermedi. E nel frattempo, slittando i termini per gli emendamenti
Diminuiscono le Province, ma aumentano a vista d’occhio le città metropolitane. Stando alle ultime dal Senato dietro al Ddl Del Rio, quello che cancella in un colpo solo la Provincia di Monza e un’altra cinquantina di enti intermedi, si sta nascondendo la solita fregatura tutta italica (il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è stato rimandato). In altre parole, chi crede che il provvedimento provocherà una riduzione dei costi della politica potrebbe sbagliarsi di grosso. E non perché l’operazione in sè del taglio delle Province è antieconomica, ma perché stanno aumentando a dismisura le città metropolitane.
Il Ddl, infatti, se da una parte prevede l’eliminazione degli intermedi in nome della spending rewiev, dall’altra prevede la nascita delle città metropolitane. Monza, per esempio, verebbe assorbita dalla Grande Milano. Tuttavia, le città metropolitane da sei sono già salite a venti e anche chi con i numeri non ha particolare confidenza è in grado di capire che le poltrone che vengono fatte uscire dalla porta, stanno rietrando dalla finestra, con tutto quello che ne consegue in termini di costi.
La denuncia di quanto sta accadendo è avvenuta grazie a un intervento del senatore Maurizio Rossi, indipendente eletto nelle liste di Scelta Civica, che come leader del nuovo movimento Liguria Civica ha dichiarato che il “ddl Delrio va ritirato in quanto non risponde alle reali esigenze della riforma degli enti territoriali”.