Festa della Repubblica dell’India, Allevi invita a disertare e il Ministro Bonino?

16 gennaio 2014 | 23:10
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Festa della Repubblica dell’India, Allevi invita a disertare e il Ministro Bonino?

Il presidente della Provincia di Monza e Brianza si è messo pubblicamente di traverso all’opportunità di partecipare all’evento

Il Presidente della Provincia di Monza Dario Allevi ha dato il “la”, chiedendo pubblicamente a colleghi e rappresentanti delle istituzioni di rifiutare l’invito del Console Generale dell’India Manish Parbhat, a partecipare al ricevimento di gala in occasione della 65° Giornata Nazionale della Repubblica dell’India. Qualcuno ha pubblicamente appoggiato la sua iniziativa di solidarietà ai Marò, qualcuno ha declinato dicendo di avere altro da fare, e il Ministro degli Esteri Bonino?

Il 26 gennaio 1950 è formalmente nata la Repubblica d’India, con la conseguente entrata in vigore della nuova costituzione. Una Repubblica che, però, ha deciso di indagare due militari italiani in servizio in acque internazionali come se fossero due terroristi, facendo un po’ di confusione.

Il 24 gennaio prossimo, a Palazzo Clerici a Milano, il Console Parbhat non vedrà la partecipazione del governatore lombardo, Roberto Maroni, né del presidente della Provincia, Guido Podestà. Vuota anche la sedia del sindaco Giuliano Pisapia, che però, come anticipato al console, “non sarà presente ma per motivi di agenda”. Il Ministro degli Esteri Emma Bonino, certamente invitata alla serata e forse, addirittura in Ambasciata, probabilmente “non parteciperà, ma perchè il Ministro non partecipa mai alle feste nazionali”, così riferisce il suo portavoce alla Farnesina. Circa una sua presa di posizione, attendiamo in queste ore un suo commento.

A mettersi pubblicamente di traverso all’opportunità di partecipare all’evento, è stato Dario Allevi che, ieri, ha parlato di solidarietà ai militari italiani, diplomazia italiana debole e mancanza di azioni da parte della classe dirigente italiana «Quando ho ricevuto l’invito, il mio primo pensiero è andato ai due ragazzi che da ventiquattro mesi sono prigionieri in India – spiega Allevi – immediatamente ho risposto in via ufficiale al Console, declinando l’invito. Il nostro paese è abituato a parlare molto e fare poco. Dobbiamo iniziare a parlare meno e fare ognuno la propria parte».

Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri prigionieri in India con l’accusa di omicidio per aver sparato ad un’imbarcazione di pescatori che, avvicinandosi alla “Enrica Lexie” preposta al pattugliamento antipirateria, non si identificarono come da prassi, rischiano la pena capitale perché indagati dall’Agenzia Governativa che si occupa di antiterrorismo. I loro difensori si sono però rivolti alla Corte Suprema Indiana per sollecitare la produzione delle accuse a carico dei due fucilieri, evitare l’applicazione della normativa antiterrorismo, formalmente non prevista per militari impiegati in missioni di antipirateria «Attendo con ansia la decisione della Corte – prosegue Allevi – spero che si pronunci favorevolmente alla liberazione dei nostri fucilieri. Se così fosse, non parteciperò del tutto all’evento, al quale invece, in caso contrario, assisterò come cittadino fermandomi all’esterno del Consolato. Insieme a me vi saranno molti cittadini. Voglio guardare negli occhi quali rappresentanti delle istituzioni decideranno di intervenire, vestiti a festa, a celebrare un paese che non ha ancora risolto questa incresciosa situazione. L’Italia è un paese diplomaticamente debole. Il mio auspicio è che molti altri si uniscano a questo gesto simbolico e disertino la cerimonia ufficiale. Ricordiamoci che questi ragazzi rischiano la pena di morte».