Ex sindaco di Brugherio, un memoriale prima del processo

26 febbraio 2014 | 07:04
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Ex sindaco di Brugherio, un memoriale prima del processo

Un memoriale nel quale spiegherà la sua versione dei fatti. Lo presenterà Maurizio Ronchi, ex sindaco leghista di Brugherio, che si è ritrovato davanti al Gup di Monza per l’udienza in cui si sarebbe deciso per un eventuale rinvio a giudizio, o archiviazione.

Un memoriale nel quale spiegherà la sua versione dei fatti. Lo presenterà Maurizio Ronchi, ex sindaco leghista di Brugherio, che si è ritrovato davanti al Gup di Monza per l’udienza in cui si sarebbe deciso per un eventuale rinvio a giudizio, o archiviazione. Abuso d’atti d’ufficio l’accusa sostenuta dalla Procura nei confronti dell’ex primo cittadino e di un dirigente comunale.

Non sa ancora se verrà sottoposto a processo, ma nel caso il giudice decida per il suo rinvio a giudizio ha dichiarato «Questo processo si basa su una lettera che non ho scritto io e che non era nemmeno autorizzativa di un dipendente – ha detto Ronchi – presenterò un memoriale al giudice spiegando come stanno le cose e se vorrà processarmi andrò avanti nel dibattimento per dimostrare la mia estraneità ai fatti».

La questione è quella della presunta autorizzazione per l’installazione di un grande campo fotovoltaico nella centrale elettrica della Terna, autorizzazione che il sindaco avrebbe firmato secondo la Procura senza averne l’autorità. Una questione che sembra puramente ma che nasconderebbe un reato di abuso d’atti d’ufficio, relativamente in particolare ad una lettera nella quale egli avrebbe avallato una delibera, emessa nell’agosto del 2010, mentre la sua Giunta era quasi tutta in ferie, con la quale si dava l’autorizzazione alla Terna di installare centinaia di pannelli fotovoltaici sulla propria centrale situata a Brugherio in via Galilei.

Un documento di fatto vistato dal sindaco e perfezionato da un dirigente del Comune, insieme a lui in udienza preliminare, e dal segretario generale. L’inchiesta era partita da un esposto anonimo arrivato ai carabinieri di via Dante in cui si spiegava che quell’atto era di fatto di competenza della Provincia e che Ronchi avrebbe “fatto tutto da solo” nascondendo chissà quali interessi privati.

Secondo gli inquirenti, che avevano poi sentito i funzionari pubblici, il borgomastro avrebbe approvato e firmato una delibera senza tenere conto del parere della Provincia che era l’ente competente. A dire il vero, proprio dopo che era partita l’indagine penale, la stessa società elettrica si era bloccata nel progetto e aveva chiesto i danni al comune. Ma poi la vicenda si era chiusa con la sanatoria prevista dalla legge che aveva consentito alla società di completare l’opera, stante l’autorizzazione pacifica da parte della Provincia.  Rinvio dunque al 23 maggio.