Pronto il nuovo Piano cave, quando l’estrazione diventa “eco sostenibile”

Il documento sarà esaminato a breve dalla giunta. I passaggi chiave sono due: la ricerca di ambiti a minor impatto ambientale e la ricerca di condizioni per rendere più compatibile l’attività già in corso
Sbarca in giunta il Piano cave. Mentre il Piano rifiuti sta compiendo gli ultimi passi prima del via libera defintivo da parte del Consigio provinciale, la giunta guidata da Dario Allevi sta iniziando l’esame del Piano provinciale cave. I passaggi chiave sono due: la ricerca di ambiti a minor impatto ambientale per gli ampliamenti di cave esistenti e la ricerca di condizioni per rendere più compatibile l’attività già in corso, grazie al riuso delle aree individuate nell’ambito territoriale estrattivo.
“La parola d’ordine di questo documento è l’equilibrio – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Martina Sassoli -. Un equilibrio da raggiungere fra la necessità di preservare il patrimonio ambientale e paesaggistico e le necessità di sviluppo imposte dal mercato, anche in vista di una prossima possibile ripresa economica: per questo abbiamo impostato il Piano dando priorirà alla riqualificazione ambientale inserendo indicazioni specifiche per il recupero”.
Il documento conferma le sette aree estrattive già presenti in Brianza, privilegiando per l’ampliamento le aree attigue rispetto a nuove aree e segnalando le cave di recupero come luoghi idonei per il recupero di risorse da giacimento nel contesto di interventi di riqualificazione ambientale. Inoltre, fornisce ai Comuni una direttiva moto importante sotto il profilo della prevenezione della criminalità: indicare la destinazione finale della cava per evitare riusi illeciti.
In Brianza le cave in funzione sono sette e quelle di recupero sei. Complessivamente, all’anno, vengono estratti più di nove milioni di metri cubi di terriccio e ghiaia che vengono utilizzati per costruire case, strade e altre grandi opere pubbliche.