Snia, appello respinto: il depuratore non si farà. Vincono comune e cittadini

«L’appello è infondato»: questa la sentenza depositata il 5 marzo che respinge il ricorso in appello della Bte. Il depuratore alla Snia non si farà: soddisfatti amministrazioni e cittadini.
Il maxi depuratore di fanghi pericolosi nel Parco delle Groane non si farà. Il ricorso in appello proposto dalla Bte (il gruppo che gestisce l’impianto di smaltimento dell’ex Snia, al confine col comune di Limibate, ndr) è stato respinto. La sentenza, depositata il 5 marzo, dichiara infatti che «l’appello è infondato». Vittoria piena, con condanna dell’appellante al pagamento delle spese del processo in favore delle parti costituite (Provincia di Monza e Brianza, Comuni di Cesano Maderno, Limbiate, Bovisio Masciago), per un totale di 6mila euro.
Soddisfatti il sindaco di Cesano, Gigi Ponti, e il Consigliere delegato all’ambiente, Massimiliano Bevacqua: «con questa sentenza cristallina possiamo finalmente dire di aver definitivamente chiuso la pericolosa vicenda della realizzazione di un nuovo impianto di depurazione chimico-fisico sul nostro territorio, ormai sancita illegale – hanno dichiarato -. Questa è una bellissima notizia di giustizia, che premia l’attenzione e il grande lavoro svolto negli anni da tutte le amministrazioni comunali coinvolte, dalla provincia di Milano e da quella di Monza e Brianza, oltre che l’importante e prezioso supporto sempre fornito dal comitato civico “Frazione Snia”, dall’associazione “Insieme per il Villaggio”, da quella “Più Limbiate Meno Cemento”, e dall’oasi Lipu».
Sollevati anche gli abitanti di Limbiate. Il portavoce di “Più Limbiate meno cemento”, Mauro Varisco, ha voluto per prima cosa ringraziare i cittadini e le amministrazioni comunali in causa: «Quando gli amici di Cesano ci hanno spiegato la situazione — spiega Varisco — abbiamo capito subito che il pericolo maggiore l’avrebbe corso Limbiate il cui territorio si estende immediatamente a valle del sito del progettato impianto. Ringraziamo tutti i cittadini che so ci hanno sostenuto con la raccolta di migliaia di firme di limbiatesi, cesanesi e bovisiani. Questa volta i comuni sono stati al nostro fianco costituendosi in giudizio e sostenendo le spese legali». “Più Limbiate meno cemento” si era mobilitata manifestazioni e assemblee pubbliche, facendo sentire la propria voce fino in Regione Lombardia e al Tar.
G.S.