Ventenne stuprata e picchiata a Monza. Il tatuaggio incastra gli aggressori

L’orrore che ha vissuto è stato così forte da permetterle di fornire un identikit dei suoi aggressori, compreso quel tatuaggio di uno dei suoi due stupratori che recita “odio le donne perverse”. I due mostri sono stati arrestati.
L’orrore che ha vissuto è stato così forte da permetterle di fornire un identikit precisissimo dei suoi aggressori, compreso quel tatuaggio in rumeno sul petto di uno dei suoi due stupratori che recita “odio le donne perverse”. La testimonianza della vittima e le indagini serrate del Commissariato di Polizia di Stato di Monza, hanno permesso l’arresto di due rumeni di 31 e 29 anni, accusati di aver sequestrato, stuprato e picchiato selvaggiamente una connazionale ventenne, di professione baby-sitter.
Era arrivata a Milano con una valigia carica delle sue cose e di un grande sogno, quello di poter finalmente iniziare una nuova vita con il fidanzato, anche lui poco più che ventenne e suo connazionale. Così Maya (nome di fantasia), è approdata alla Stazione Centrale con solo una sim card in tasca, la sera del 15 febbraio scorso, dopo aver lasciato il suo lavoro di tata a Verona, certa di essere attesa al treno dal fidanzato proveniente da Piacenza.
La coppia, che si era rimessa insieme da poco, aveva scelto Milano per mettere radici. Il suo fidanzato però, probabilmente per un contrattempo, tardava ad arrivare, così la ragazza ha avvicinato due connazionali fermi a chiacchierare in Stazione (non conoscendo l’italiano), a cui ha chiesto in prestito il telefono.
Appreso che il fidanzato avrebbe tardato molto, la ragazza ha accettato ingenuamente l’invito dei due giovani a mangiare un panino con loro, “così non resti sola in stazione”. Salita in auto però, la giovane è stata letteralmente rapita e portata a Monza, in una casa diroccata in via della Taccona, dove i due, pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, l’hanno stuprata e presa a bastonate tutta la notte.
Il giorno seguente, credendo di averli convinti a lasciarla libera, la ventenne ha seguito uno dei due in auto, per essere lasciata in stazione a Monza. Il 29enne però, l’ha portata invece in un container, dove l’ha violentata nuovamente, per tutta la giornata. “Basta, ti prego”, le sue parole, e finalmente il mostro decide di smettere. Riaccompagnata in stazione a Monza, la giovane ha avuto la forza di prendere il treno e tornare a Milano.
Alla Stazione Centrale ha finalmente trovato il fidanzato, che dal giorno precedente la cercava senza sosta. Raccontato l’accaduto, il giovane l’ha portata all’ufficio Polfer della Stazione, dove ha sporto denuncia. Le indagini, coordinate dal Pm monzese Vincenzo Nicolini, sono state affidate agli uomini del Vicequestore Francesco Scalise che, nel giro di pochi giorni, hanno individuato ed arrestato i due responsabili.
Fondamentali per risalire ai luoghi degli stupri e i responsabili, sono stati i racconti atroci della vittima, che ha descritto meticolosamente i tatuaggi dei suoi aguzzini, due delfini in zona pelvica di uno, una donna con una scritta eloquente, sul petto del secondo. M. S., 31 anni, è stato arrestato a Monza, mentre C. S. Luci, 29 anni, è stato fermato di rientro dalla Francia l’8 marzo. Su entrambe pende l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale.