Monza, scompenso cardiaco killer sconosciuto. Al San Gerardo nuova cura

Uccide più di alcuni tumori in fase acuta e la patologia è in crescita nella nostra regione. Per lo scompenso cardiaco un nuovo studio al San Gerardo.
Uccide più di alcuni tumori in fase acuta e la patologia è in crescita nella nostra regione. Lo scompenso cardiaco, sindroma invalidante per la quale il cuore perde progressivamente la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo, può avere conseguenze letali. In Italia si registrano quasi 200 mila casi all’anno, di cui 20 mila solo in Lombardia. La mortalità è molto elevata: considerando la finestra temporale di 5 anni, ha un tasso di mortalità doppio rispetto alla mortalità dovuta al tumore al seno (35%) ed è superiore a quella causata dal tumore all’intestino (65%). Oggi, finalmente, arrivano nuove speranze.
«Lo scompenso cardiaco è una sindrome molto diffusa nella nostra regione. – spiega in una nota Felice Achilli, direttore della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza– È infatti la patologia con il più alto numero di ricoveri, rispetto alla casistica ospedaliera acuta, da più di dieci anni. Inoltre, non bisogna dimenticare che la mortalità per scompenso cardiaco a cinque anni dalla diagnosi è più alta di quella di altre malattie, come il tumore del polmone e il carcinoma ovarico, che nell’immaginario collettivo sono considerate molto più gravi»
«Quando il paziente arriva al pronto soccorso in preda a un attacco – spiega Achilli – il protocollo base consiste nel ridurre la dispnea e la congestione del corpo, attraverso la somministrazione di ossigeno e diuretici. Il cambiamento reale, nelle strategie di trattamento dello scompenso cardiaco, c’è stato quando si è capito che il danno miocardico, all’origine dello scompenso, innesca una spirale negativa continua che coinvolge l’organismo compromettendo anche polmoni, reni e altri organi. A brevissimo nel nostro ospedale partirà uno studio su una nuova molecola, serelaxina, che promette di avere risultati superiori rispetto alle terapie tradizionali nel trattamento della fase acuta dello scompenso».
Accanto alle terapie farmacologiche, per fermare la crescente incidenza dello scompenso cardiaco acuto, un ruolo importante è giocato dalla prevenzione. «Gli episodi di scompenso cardiaco devono e possono essere prevenuti – conclude Achilli – È stato dimostrato che nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, le strategie capaci di aiutare il paziente a mantenere uno stile di vita equilibrato e a seguire correttamente un trattamento farmacologico personalizzato sono efficaci nella prevenzione e nella riduzione dei tassi di ospedalizzazione per scompenso cardiaco».
Improvvisa sensazione di annegamento, rapido aumento di peso dovuto all’accumulo di liquidi in tutto il corpo, battito cardiaco irregolare: sono questi i sintomi più frequenti dello scompenso cardiaco acuto.