Lissone, niente fumo e niente arrosto. Vietati fuochi e fiamme libere

L’amministrazione «vieta l’accensione di fuochi e fiamme libere in qualunque area verde lissonese». Polemiche.
Lissone’s burning. Parafrasando una canzone dei Clash, ecco l’ordinanza con cui l’amministrazione comunale della città del mobile «vieta l’accensione di fuochi e fiamme libere in qualunque area verde lissonese». No ai barbecue en plein air, insomma, sulla scia delle decisioni monzesi. Una scelta che nelle intenzioni annacqua una miccia ma ne incendia un’altra: quella delle polemiche. Come sempre, sono i social forieri delle lamentele più aspre. Intanto, le Guardie Ecologichee la Polizia, a ponti ormai conclusi, fanno sapere «di avere già elevato diverse sanzioni nei giorni di festa».
L’amministrazione motiva la propria decisione: «Con l’arrivo della bella stagione il fenomeno è stato, negli ultimi anni, in continua crescita, con maggior numero di persone che accedendo alle aree verdi, in primis il Bosco Urbano, hanno dato origine a reali problematiche di pacifica e civile convivenza. L’accensione di fuochi e barbecue nel Bosco Urbano è, infatti, causa di degrado, sporcizia e di potenziale pericolo sia per la sicurezza delle persone che del patrimonio arboreo pubblico, nonché un danno sia verso l’habitat naturale, che per i fruitori delle aree a verde a causa dei fumi derivanti».
Qualcuno, però, aveva previsto che la ricezione del divieto sarebbe stata complicata: “perché secondo voi a quelli che sporcano interessa qualcosa se il sindaco dice che non si può grigliare???? Anche perché se non controllavano prima non lo faranno neanche adesso! Poi però quelli che pulivano ora non possono andare più a grigliare perché dei vandali non puliscono e quelli che dovrebbero controllare non fanno il proprio lavoro”.
In realtà la vigilanza c’è stata, e le multe anche.