Processo Lombarda Petroli: in aula a Monza i cugini Tagliabue

Un interesse a rovinare la compravendita immobiliare, un gesto ben organizzato, è la teoria che i cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue hanno esposto oggi in aula a Monza, nel processo sul disastro ecologico della “Lombarda Petroli”.
Un interesse a rovinare la compravendita immobiliare, un gesto ben organizzato, è la teoria che i cugini Rinaldo e Giuseppe Tagliabue hanno esposto oggi in aula a Monza, nel processo sul disastro ecologico della “Lombarda Petroli”.
«Il gesto di un matto o qualcuno che voleva creare un danno – ha dichiarato Giuseppe Tagliabue rispondendo alla domanda del Giudice – basta seguire la linea dei soldi», mentre il cugino e coimputato per disastro doloso Rinaldo Tagliabue ha dichiarato «Non può essere stato il gesto di un singolo, perché il sabotaggio è stato ben organizzato e messo in atto in due punti diversi del deposito. Qualcuno poteva voler creare un oggettivo impedimento al concretizzarsi dell’obbiettivo immobiliare».
Rigettano quindi ogni addebito i due titolari della ex raffineria che nella notte del 22 febbraio 2010 è stata protagonista dello sversamento di oltre 2.400 tonnellate di gasolio e oli combustibili nel Lambro. Insieme a loro sono indagati anche il direttore di stabilimento e, per omesso controllo, il custode. Il contabile ed un altro dipendente hanno invece già patteggiato a 1 anno e 8 mesi e di 1 anno e 6 mesi per reati fiscali, di cui sono accusati anche i Tagliabue.