Vimercate sicurezza e telecamere: il comune dice no alla videosorveglianza

Si tratta di una scelta politica o una questione economica?
Qualcuno lo chiama “Grande fratello” che tutto vede e che tutto “ricorda”, qualcuno lo vede solo come uno strumento utile alle forze dell’ordine. Di fatto la videosorveglianza oggi è diventata in quasi tutte le città una presenza costante.
Vimercate, nel panorama della Brianza, si differenzia dai vicini per una videosorveglianza cittadina praticamente inesistente. Le uniche telecamere comunali presenti sul territorio si trovano in piazza Unità d’Italia, più precisamente in mezzo alla piazza comunale e le altre puntate agli angoli del palazzo comunale. Si tratta di una scelta politica, come affermato lo scorso 28 aprile dal segretario cittadino della Lega Nord, Claudio Andreoni, o una questione economica?
“Nel 2011 avevamo sviluppato un progetto di videosorveglianza che avrebbe riguardato in principal modo la zona di piazza Marconi e i pressi del centro Omnicomprensivo – afferma il sindaco Paolo Brambilla –. Il nostro studio sviluppato in collaborazione con altri comuni del vimercatese aveva vinto un bando regionale per il finanziamento di 90mila euro per la realizzazione del sistema. Un bando che però rimborsava quanto speso e quindi ci costringeva a pagare prima i fornitori e successivamente ricevere il rimborso, ma il rischio di sforare il patto di stabilità ha bloccato il nostro l’iter”.
Le telecamere, oltre ad essere un deterrente più o meno efficace, sono sempre più utilizzate dalle forze dell’ordine per individuare i colpevoli di vari reati: basti pensare che negli ultimi due anni in piazza Marconi gli arresti per spaccio e aggressioni sono stati circa 30, come attestato dalle stesse forze dell’ordine. Forse con un sistema di videosorveglianza il numero avrebbe potuto essere anche maggiore.
“Con la polizia locale abbiamo un dialogo continuo per monitorare proprio le zone maggiormente a rischio – continua il sindaco Brambilla – ad oggi non possiamo agire in altro modo e sempre per il medesimo motivo per cui abbiamo perso il bando del 2011: ci sono priorità in comune che non possiamo rimandare, come ad esempio la messa in sicurezza dell’asilo Anderssen. Ho dato mandato di far iniziare i lavori anche se oggi, non so ancora se potrò utilizzare i quasi 9 milioni di euro che abbiamo in cassa. Il rischio è di posticipare i pagamenti oltre il 31 dicembre: ”.