Monza, agenzia unica per il trasporto pubblico: è polemica tra Forza Italia e Pd
24 giugno 2014 | 23:37

0
Monza ha aderito all’agenzia unica per il trasporto pubblico che, oltre ad essa, prevede la partecipazione delle città di Pavia, Lodi e Milano. Il sì definitivo è giunto il 19 giugno nel corso del consiglio comunale.
Monza ha aderito all’agenzia unica per il trasporto pubblico che, oltre ad essa, prevede la partecipazione delle città di Pavia, Lodi e Milano. Il sì definitivo è giunto il 19 giugno nel corso del consiglio comunale.
Si tratta di un provvedimento che avrà delle ricadute sulla vita dei pendolari e che, per la prima volta, introduce elementi di cambiamento nel modello dei trasporti affermatosi in Lombardia, tutto incentrato sul trasporto privato e sulla gomma.
Maggioranza compatta nella sua approvazione ma c’è chi tra le fila dell’opposizione, pur apprezzando l’impianto generale della delibera, si è tolto un sassolino, per modo di dire, dalla scarpa: «La maggioranza del PD ha dimostrato ancora una volta miopia politica e incapacità di dialogo con la minoranza. – ha commentato il consigliere di Forza Italia, Martina Sassoli – Il voto contrario con cui la maggioranza ha bocciato l’ordine del giorno da me presentato, che chiedeva all’amministrazione un impegno concreto attraverso la predisposizione di misure compensative a tutela della collettività monzese per fronteggiare lo sbilanciamento delle quote del Comune e della Provincia di Milano, e sottoscritto da quasi tutti i gruppi di opposizione, è la dimostrazione di come il Partito Democratico gestisca il bene pubblico meramente su basi ideologiche. In questa situazione di incertezza istituzionale, a partire dal 2015, in virtù della Legge Delrio, le quote del Comune e della Provincia milanese potrebbero concentrarsi nelle mani di una sola persona, portando quindi il Sindaco di Milano (in qualità anche di Sindaco Metropolitano) a detenere il 62,2% delle quote dell’Agenzia che ha il compito di determinare tariffe, servizi e investimenti del trasporto pubblico monzese. Se l’impianto generale della delibera è apprezzabile, il cui obiettivo è razionalizzare i costi ed efficientare i servizi, a non convincere sono le quote di rappresentatività. A Monza vorremmo che siano i nostri eletti a prendere le decisioni, non Pisapia. È vero che lo statuto prevede in via cautelativa alcuni strumenti di tutela, ma sono troppo deboli e inefficaci».
Dal 1 gennaio 2015, quindi, Milano potrebbe avere il 62,2 % delle quote del trasporto pubblico di Monza. «Paradossalmente, Pisapia potrà dunque fare danni anche qui, con il beneplacito della Giunta».
Non è mancata la piccata risposta di Marco Sala, capogruppo in Consiglio comunale per il Partito Democratico, che risponde sia sul piano politico sia su quello concreto della gestione dell’agenzia unica. «Affermare che sarà Pisapia a prendere le decisioni significa non avere fiducia nel ruolo di rappresentanza che il sindaco e i suoi assessori sono stati chiamati a ricoprire dai cittadini. E questo non assolutamente ammissibile. – e ha aggiunto – Solo il modo in cui si è andata a creare questa agenzia testimonia la forte condivisione del progetto che c’è stato con il territorio: non dobbiamo dimenticare che qualsiasi decisione sarà presa per Monza dovrà vedere Monza d’accordo, altrimenti saranno necessari i quattro quinti dell’assemblea, che è una maggioranza molto difficile da raggiungere. Infine come si organizzerà l’agenzia è ancora tutto da vedere: non è detto che ci relazioneremo con Milano, ma potremmo anche farlo con i comuni di Sesto e Cinisello, gestendo autonomamente l’area metropolitana».