Desio, condannato l’uomo che impiccò un gatto ad un cancello

Impiccare un gatto al cancello del vicino perché dà fastidio è reato da punire penalmente con una bella sanzione.
Impiccare un gatto al cancello del vicino perché dà fastidio è reato da punire penalmente con una bella sanzione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha messo la parola fine ad un episodio che risale all’estate del 2010 e che si è protratto fino all’altro giorno nei tre gradi di giudizio.
In pratica un desiano era andato a processo perché secondo il vicino di casa e un testimone che aveva trovato l’animale impiccato al suo cancello, lo aveva legato con una bottiglia antigatto alle sbarre. In primo grado era stato condannato per maltrattamenti ad animali e al pagamento di 1000 euro di multa alla famiglia proprietaria dell’animale. Aveva poi fatto ricorso assistito motivando con il fatto che il testimone aveva solo ritrovato l’animale già morto e non aveva visto chi l’aveva ucciso; e non era detto che fosse stato lui perché il cancello era quello di casa sua. Ma il giudice di secondo grado ha confermato la condanna e l’altro giorno anche la Cassazione. Non solo le indagini difensive non erano state sufficientemente precise, ma era evidente che ad uccidere il gatto era stato proprio lui.
Confermata dunque la sentenza a pagare 250 euro ad ogni componente della famiglia parte offesa, tranne uno dei quattro che aveva scelto il rito abbreviato.