Il Rugby Monza 1949 femminile è campione d’Italia. È il suo primo scudetto

Il Monza 1949 si è laureato oggi campione d’Italia di rugby femminile. Nella finale disputata a Mantova ha battuto la favorita, e campione uscente, Riviera del Brenta 29-12.
Il Monza 1949 si è laureato oggi campione d’Italia di rugby femminile. Nella finale disputata a Mantova ha battuto la favorita, e campione uscente, Riviera del Brenta 29-12. L’impresa delle ragazze biancorosse rappresenta una pietra miliare nella storia della palla ovale nazionale: mai una squadra lombarda era riuscita anche solo ad arrivare in finale e mai lo scudetto era stato vinto da una compagine non veneta.
L’albo d’oro parla chiaro: il Benetton Treviso ha vinto 23 campionati (di cui 7 non riconosciuti dalla Federugby) e il Riviera del Brenta (di Mira) se ne è aggiudicati 6. Le altre? Neanche le briciole. Il Monza ci ha provato tante volte al punto che ormai era soprannominato “l’eterno terzo”. Quest’anno, però, la musica è cambiata. Le “Red Panthers” di Treviso non si sono neanche qualificate per i play-off e a contendersi il tricolore sono dunque state le “Nutrie” veneziane e le “Ringhio” brianzole. Il pronostico non lasciava molte speranze alle sfidanti: in regular season il Riviera del Brenta si era imposto 33-15 all’“Adriano Chiolo” e 23-5 in riva al Brenta. E invece è successo un miracolo sportivo frutto di duro lavoro e sapienti scelte tecniche unite a una determinazione straordinaria. Oggi le “Ringhio” hanno dimostrato che “potere è volere” non è solo un modo di dire per infondere ottimismo.
Davanti a circa 600 spettatori, ripartiti più o meno equamente tra le due tifoserie e gli appassionati di rugby neutri, le biancorosse hanno mostrato subito con una serie di placcaggi che non avrebbero reso la vita facile alle campionesse in carica. Da un’ottima difesa si è poi passati dopo una decina di minuti al contrattacco e al 16’ una bella azione alla mano porta alla meta di Rochas trasformata da Virgili. Le “Ringhio” diventano padrone del campo, ma proprio nel finale di tempo capitan Gaudino sbaglia un passaggio e Veronica Schiavon intercetta e s’invola in meta trasformandola.
Il pareggio è un duro colpo per il morale delle brianzole e difatti a inizio ripresa il Riviera del Brenta sembra prendere il sopravvento. Al 16’ Elena Pavan va in meta a seguito di mischia. Quello che poteva essere il k.o. è invece uno schiaffo che scatena la reazione delle lombarde. Al 26’ un’azione alla mano prima orchestrata a sinistra e poi spostata sulla destra porta Bollini in meta, trasformata da Virgili. Dal sorpasso all’allungo su calcio è piazzato è questione di 5’: è Virgili a non fallire. Al 37’ il discorso scudetto viene chiuso da una meta in mischia di Cammarano. Il Riviera del Brenta è in ginocchio e il Monza infierisce: nel recupero va in meta anche Locatelli e Virgili trasforma. Per la tifoseria monzese (che a inizio partita ha mostrato decine di fogli bianchi con scritto “Bring back our girls”, chiedendo dunque la liberazione delle studentesse nigeriane rapite dai terroristi islamici) è l’apoteosi: in molti scendono dalla tribuna e aspettano la fine per invadere il campo e andare ad abbracciare le proprie beniamine.
Ha inizio la festa tra abbracci, lacrime, cori di gioia. Silvia Gaudino viene portata in trionfo: lei che è capitana anche della Nazionale urla a gran voce a ripetizione “Sono dieci anni che attendevo questo momento!”. È la liberazione da una maledizione, è il coronamento di tanti anni di sacrifici votati a uno sport che trova qualche spazio sui media grazie ai maschi. È anche la risposta delle ragazze biancorosse a chi per anni le ha snobbate o magari anche prese in giro perché insistevano con una disciplina che non sarebbe stata adatta a loro. Monza, intesa come città, avrebbe dovuto seguirle oggi, vederle e applaudirle, perché quello che hanno fatto è stato un autentico capolavoro.
Guai a dire che non ci credevano neanche loro. Gaudino è la prima a dire no, che il sogno era realizzabile: “Io ci credevo. Dipendeva da come saremmo entrate in campo. Infatti per me abbiamo vinto la partita all’inizio. In campionato, invece, contro il Riviera del Brenta eravamo entrate in campo molli. Nei primi 10′ abbiamo capito che potevamo farcela. La loro meta del pareggio poteva essere un duro colpo, ma abbiamo reagito. Quando Cammarano ha messo in meta ho capito che oramai avremmo vinto. È una gioia immensa. Sono 15 anni che gioco e 11 che sono al Monza e finalmente ce l’ho fatta a portarmi a casa lo scudetto. Ho sempre creduto che un giorno ci sarei riuscita. Ho appena alzato la coppa con mia mamma e mio papà, che ha fondato e allenato per anni la squadra femminile di Monza. Lo scudetto, però, lo dedico a mia nonna che non ha potuto essere presente. Il futuro? Adesso si festeggia, ma mercoledì mi aspetta già il ritiro con la Nazionale di rugby a 7 in vista del Gran Prix Series di Mosca (su 12 convocate ben 6 sono del Monza!, ndr). Ho 33 anni e non mi resta molto da giocare, ma l’anno prossimo sarò ancora qui, con indosso una maglia biancorossa con lo scudetto cucito sul petto”.
L’allenatore Alessandro Geddo consegna il “mollettone” del “man of the match” a Elisa Rochas e commenta: “Noi credevamo a questo scudetto. La partita l’abbiamo preparata bene. Abbiamo studiato i loro punti deboli e studiato il modo di esaltare i nostri punti di forza. Oggi siamo partiti molto bene, con tanto sacrificio in difesa. Volevamo aprire molti palloni, ma per tre quarti di partita non ci siamo riusciti. Poi negli ultimi minuti abbiamo sfondato. Quando Virgili ha trasformato il calcio piazzato al 31’ ho capito che ormai era fatta. Il segreto di questo scudetto? L’abnegazione del gruppo nell’allenarsi come avevamo chiesto all’inizio della stagione. Plaudo alla disponibilità delle ragazze a cambiare modo di allenarsi e di giocare. Ci hanno seguito (il riferimento è anche agli altri componenti lo staff tecnico: Samantha Grieco, Alessandro Cuomo, Matteo Artina, ndr) e si sono visti i risultati. Una dedica? Alle ragazze naturalmente, soprattutto a quelle che è da tanti anni che si sacrificano”.
Maurizio Ferraris, presidente del club che nei prossimi giorni festeggerà 65 anni di vita, è sulla stessa lunghezza d’onda: “Certo che anch’io credevo allo scudetto, infatti oggi mi sono vestito elegante! Sentivo che le ragazze ce l’avrebbero fatta perché le ho viste crescere di rendimento nel corso dell’anno. I meriti dello scudetto? Prima di tutto alle atlete, alle quali è stato chiesto un impegno superiore agli anni scorsi. Poi allo staff tecnico, che ha saputo valorizzare il capitale umano a disposizione inserendo anche ragazze giovani in prima squadra; lo staff ha saputo trovare le giuste armonie di gruppo come un bravo direttore d’orchestra. Infine alla società, che ha creato un contesto in cui questo risultato potesse maturare. Questo scudetto, comunque, non è un punto di arrivo, ma di partenza: vogliamo costruire un grande progetto per il rugby della Brianza. Il risultato di oggi ci dà forza. Se mi è arrivato un messaggio di congratulazioni da parte di Anthony Armstrong-Emery (il presidente dell’Ac Monza Brianza 1912, intenzionato a portare sia il calcio che il rugby cittadino nella massima serie, ndr)? Adesso lui deve pensare al calcio, ma sono sicuro che il nostro risultato di oggi gli farà piacere. Sono convinto che anche lui raccoglierà buoni frutti dalla sua semina”.
A proposito di grandi progetti e di Armstrong-Emery, il presidente del comitato lombardo della Federugby, Angelo Bresciani, ha dichiarato: “La Lombardia deve tornare ad avere una franchigia nel Pro12 (il campionato professionistico per squadre italiane, irlandesi, nordirlandesi, scozzesi e gallesi, ndr), ma occorre la casa per ospitarla. Magari andasse in porto il progetto di Armstrong-Emery di riqualificazione dello stadio Brianteo! Abbiamo un bisogno disperato di uno stadio per il rugby nella nostra regione”. Il vicepresidente del Monza 1949, Monia Medici, ha sottolineato che il club della palla ovale è in “ottimi rapporti con il Monza Brianza 1912. Il presidente è un ex giocatore di rugby ed è proprietario di una squadra neopromossa nella massima serie brasiliana. Vorrebbe unire le due discipline anche perché il rugby trasmette valori più belli di quelli che adesso trasmette il calcio. Il suo sogno è che i tifosi diventino gli stessi in un’idea non di contrapposizione, ma di collaborazione tra gli appassionati dei due sport”.
In attesa che il sogno si avveri, godiamoci lo scudetto delle ragazze del rugby, giunto a otto anni di distanza dal primo e storico titolo tricolore della Fiammamonza di calcio femminile. Anche a Monza, come a livello di Nazionali, ormai sono le donne a far esultare gli sportivi. Donne che sono entrate nella leggenda dello sport cittadino. E a queste donne del rugby oggi tributiamo una virtuale “standing ovation”: Cecilia Barazzetta, Lucia Cammarano, Rosa Bettolatti, Isabella Locatelli, Silvia Arpano, Alice Calligaro, Ilaria Arrighetti, Silvia Gaudino, Vanessa Chindamo, Sara Trilli, Chiara Buongiorno, Elisa Rochas, Ilenia Bollini, Maria Magatti, Valentina Virgili, Lucia Di Toma, Paola Sabia, Cecilia Arpano, Agnese Rimoldi, Giorgia Trentani, Novella Russo, Rachele Dell’Oca, Elisa Bruno.
RIVIERA DEL BRENTA-MONZA 1949 12-29
RIVIERA DEL BRENTA: Silvestri G.; Pavan F., Molic, Ballarini, Schiavon Va.; Schiavon Ve., Silvestri M. (9’ s.t. De Vecchi); Trevisan, Gai, Nespoli M.; Pantarotto, Nespoli A.; Danieli (32 s.t. Zampieri), Vigato, Pavan E., Imolic (32’ s.t. Silvestri). All. Faggin.
MONZA 1949: Virgili; Buongiorno (23’ s.t. Dell’Oca), Bollini, Rochas, Magatti (38’ s.t. Saccon); Trilli, Chindamo (23’ s.t. Russo); Gaudino, Arrighetti, Calligaro (30’ s.t. Trentani); Arpano (40’ p.t. Rimoldi), Locatelli; Bettolatti, Cammarano, Barazzetta. All. Geddo.
ARBITRO: Benvenuti di Roma.
MARCATORI: 16’ p.t. m. Rochas tr. Virgili (0-7), 35’ p.t. m. Schiavon Ve. tr. Schiavon Ve. (7-7); 16’ s.t. m. Pavan E. (12-7); 26’ s.t. m. Bollini tr. Virgili (12-14); 31’ s.t. cp. Virgili (12-17), 37’ s.t. m. Cammarano (12-22); 47’ s.t. m. Locatelli tr. Virgili (12-29).
NOTE: calci Schiavon Ve. (Riviera del Brenta) 2/2, Virgili (Monza 1949) 4/5; man of the match Elisa Rochas (Monza 1949).