Agrate, Micron: ancora fermo il passaggio degli ultimi 17 lavoratori in St

Ancora in stand-by le ultime 17 assunzioni che dovrebbero portare un totale di 170 lavoratori da Micron a St come deciso nell’accordo dello scorso 9 aprile. Dopo il rifiuto di questi lavoratori, arriva ora quello di St.
Ancora in stand-by le ultime 17 assunzioni che dovrebbero portare un totale di 170 lavoratori da Micron a St come deciso nell’accordo dello scorso 9 aprile. Dopo il rifiuto di questi lavoratori, arriva ora quello di St.
419 lavoratori messi in mobilità da Micron a gennaio a fronte di 1028 dipendenti totali. Una situazione che dopo diversi mesi di trattativa ha portato St a “offrire” 170 proposte di assunzione, sotto pressione di sindacati e ministero dello sviluppo. Un’iter che ha portato fino ad ora 153 persone a lavorare in St: al conteggio mancano 17 lavoratori che per varie cause, hanno deciso di rifiutare la proposta fatta. Il sindacato ha quindi proposto a St di prendere in considerazione altri 17 lavoratori fra i 47 ancora ritenuti in esubero. Proposta fino ad ora rifiutata:
“Stm sostiene che non vi è corrispondenza tra i profili professionali ma è inaccettabile una lettura formalistica degli impegni assunti, quando è in gioco il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Noi riteniamo, tra l’altro, che vi siano le condizioni di corrispondenza professionale tra le 17 nuove offerte e le 47 posizioni professionali ancora in esubero – afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia e coordinatore nazionale Fim per Micron -. Facciamo appello al governo al Ministero dello sviluppo economico ad intervenire nei confronti di Stm, nella quale tra l’altro il ministero della Finanze ha una partecipazione di controllo, affinché si proceda con tutte le assunzioni e si concorra così a dare in tempi rapidi soluzioni positive ai problemi occupazionali. Solo così sarà possibile proseguire in modo proficuo la gestione ulteriore dell’accordo, anche con il supporto delle Regioni, in particolare attraverso le ricollocazioni del personale in Cigs da ricercare presso aziende terze”.
I sindacati, tra cui la Fim Cisl sollecitano una rapida soluzione della vicenda. “E’ necessario uscire dall’emergenza occupazionale per concentrarsi sui piani industriali – conclude Alberta – e per dare finalmente sviluppo e prospettiva ad aziende importanti del settore della microelettronica, che rappresentano realtà fondamentali per il settore industriale del nostro Paese”.