Barlassina, Cesano, Meda e Seveso: allagamenti e day after. Le voci dei sindaci

9 luglio 2014 | 10:59
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Barlassina, Cesano, Meda e Seveso: allagamenti e day after. Le voci dei sindaci

Dopo la tempesta si contano i danni. E così si sta facendo in tutti i Comuni della Brianza: per MBNews le voci di amministratori e cittadini tra cantine allagate e fiumi di fango.

Dopo la tempesta si contano i danni. E così si sta facendo in tutti i Comuni della Brianza, sia da parte delle amministrazioni, che in diversi casi stanno pensando, se non l’hanno già fatto, di chiedere lo stato di calamità, sia, e forse soprattutto, da parte di quei cittadini che si sono trovati allagati cantina e garage, e talvolta anche il primo piano di casa.

Nella notte tra il 7 e l’8 luglio molti dei sindaci erano per strada, insieme a Vigili del Fuoco e  Protezione Civile: nella serata di martedì, quasi 24 ore più tardi, la prima e più grave emergenza sembra essere passata. «La situazione è ora della massima tranquillità – ci ha detto al telefono il neosindaco di Barlassina, Piermario Galli, interrompendo per qualche minuto la seduta della giunta comunale -. Abbiamo attivato il Piano di emergenza già all’una di notte, e con i Carabinieri di Seregno e i Pompieri di Cesano Maderno non abbiamo perso tempo, lavorando fino alle 4.30, principalmente nella zona di via Marconi, dove il Seveso è esondato». Che misure sono state prese? «Abbiamo chiuso la strada fino alle 7.00, poi l’acqua ha cominciato a defluire. Ora abbiamo a che vedere con qualche cantina allagata, ma nulla di più».

Più grave la situazione a Meda, Seveso e Cesano Maderno: verso le ore 18.30 di martedì, il sindaco di Meda, Giovanni Giuseppe Caimi, prevedeva: «Torneremo operativi da domani: il Comune è andato in blackout perché due cabine dell’Enel sono state sommerse dall’acqua, il problema si è risolto solo a metà pomeriggio. Stanotte piazza del Municipio, così come anche piazza Cavour, era un lago: un lago che si muoveva a velocità impressionante, con l’acqua incanalata nelle vie vicine. Stiamo provvedendo a conteggiare i danni: chiederemo se sia possibile superare il patto di stabilità per poter venire incontro ai cittadini. Non vorrei che, oltre al danno, subissero anche la beffa». Il punto è capire se “il danno” fosse prevedibile: «No, anche se credo che un evento naturale così dipenda ormai dalla sub tropicalizzazione del clima – afferma Caimi -. Per questo sono tanto orgoglioso: Protezione civile e Vigili hanno svolto un lavoro encomiabile. Stanotte sono uscito alle 3.30 e il primo gruppo della Protezione civile stava già drenando l’acqua nelle case di via Garibaldi».

Un evento non prevedibile anche secondo il vicesindaco di Cesano Maderno, Pietro Nicolaci: «Il segnale di emergenza ci è arrivato addirittura nella giornata di oggi: o la “bomba d’acqua” era del tutto inaspettata, o qualcosa non ha funzionato – ha dichiarato -. Da noi non è stato il Seveso a fare danni, ma il torrente Comasinella, che è tracimata dalla vasca dove è tenuto in osservazione e sotto controllo da una 20ina d’anni. Dalla zona del Biulé, nel quartiere Snia, l’acqua è straripata confluendo in via Friuli, una strada a forte pendenza, in fondo alla quale si trova la Caserma dei Carabinieri, che infatti è stata allagata. Non solo: anche alcune cantine e aziende della zona, come Crippa Cucine, hanno subito danni. Senza contare il disastro sulla Nazionale dei Giovi. Nella iattura, però – continua il vice di Ponti – abbiamo avuto almeno due fortune: nel giro di 12ore il grosso dell’emergenza è stato risolto grazie a un massiccio utilizzo delle forze a disposizione. Inoltre, abbiamo attivato subito con Protezione Civile e Vigili del Fuoco il Piano per le emergenze che avevamo approvato ad inizio anno». Particolare, quest’ultimo, tutt’altro che superfluo: è previsto infatti che un Comune possa accedere agli eventuali fondi  solo nel caso abbia approntato un Piano per le emergenze. «Abbiamo già chiesto lo stato di calamità naturale – conferma Nicolaci -, anche se dobbiamo ancora fare una stima dei danni. Il lavoro è stato notevole – conclude, ringraziando i Vigili e tutti gli interessati che hanno lavorato no-stop -: abbiamo anche fatto intervenire una ditta per mettere a posto i tombini saltati e l’asfalto danneggiato. In mezza giornata hanno sistemato tutto e abbiamo potuto riaprire la strada». Emergenza superata, ma nessuna intenzione di abbassare la guardia: «Restiamo all’erta fino a giovedì», assicura il vicesindaco.

«Il traffico deviato da Cesano è stato fatto passare su Seveso perché il territorio è sicuro – sottolinea il vicesindaco sevesino Giusy Cilia -. L’amministrazione è stata presente al 100% sul territorio, anche per contingentare la paura: l’acqua è caduta talmente violentemente e talmente a lungo che l’evento deve certamente ascriversi come straordinario. I danni ci sono stati, ma – ha concluso la vice di Butti, che nella notte si trovava per le strade del suo Comune insieme alla Protezione Civile e alla Polizia Locale – il paese ha retto».

A sera, i cittadini puliscono e contano i danni

A sera, i cittadini puliscono e contano i danni

E se nella serata di martedì tutto sembrava quasi nella norma, a parte le pozzanghere e le tracce di fango, non ovunque era così: in via Redipuglia, a Seveso, è esondato anche il torrente Certesa, allagando garage e cantine di condomini e villette. Tra cui anche quella del dottor Michele Iurato, che alle 19.00 era in strada a cercare di far defluire l’acqua: «La Protezione Civile è arrivata subito, è vero, ma aveva mezzi inadeguati, e dopo poco hanno persino finito la benzina – ha protestato -. L’acqua ha sommerso la cantina, è arrivata a un centimetro dal piano della casa». Il problema infatti non era solo il torrente, ma, piuttosto, la fognatura: i tombini sono andati fuori uso, e presto hanno cominciato a rigurgitare anche l’acqua degli scarichi. «Ci vorrà almeno un altro giorno di lavoro – dice un operaio occupato a ripulire il piano interrato del condominio di fianco -. Mai visto un allagamento così».