Bersani ad Arcore: “Un filino, lo abbiamo smacchiato…il giaguaro”

“Un filino, lo abbiamo smacchiato…il giaguaro”. In tour in Brianza l’ex segretario Bersani a poche centinaia di metri da Villa San Martino ad Arcore, residenza di Silvio Berlusconi, non è riuscito a trattenersi dal dirla.
“Un filino, lo abbiamo smacchiato… “. Ironizza Pierluigi Bersani a poche centinai di metri dalla residenza di Silvio Berlusconi. “Lo dico piano piano, ma guardate come è ridotto”.
Questo è stato uno degli acuti dell’ex segretario del Partito democratico che era in visita ieri in Brianza. Prima ha fatto tappa a Besana Brianza alla grande festa del Pd che raggruppa circa dieci comuni, poi il passaggio a Triuggio, dove la sinistra ha ottenuto una vittoria storica alle ultime elezioni con Pietro Cicardi e infine, la cena e la serata, le ha passate alla festa democratica di Arcore di fronte a Villa San Martino.
Apparso in ottima forma, Bersani ha ringraziato la Brianza per l’accoglienza calorosa che gli ha riservato. E lui ha ricambiato dimostrandosi molti disponibile ad ascoltare chi lo avvicinava e chi gli chiedeva di scattare una foto ricordo assieme.
“Una comunità politica deve volersi un po’ bene – ha commentato – o no?!”
E l’ex segretario ha ascoltato con molta attenzione la questione della Knorr Bremse messa in evidenza dall’accorato intervento di Luca Carzaniga della Rsu dell’azienda. “Una realtà dove gli utili crescono, non vuole lasciare a casa la metà del suo personale (107 su 203, ndr) – ha spiegato il sindacalista – Dobbiamo far cambiare i piani industriali, ma per farlo c’è bisogno dell’intervento della politica a qualsiasi livello, locale e nazionale”. Bersani allora lo ha avvicinato a sé e ha chiesto spiegazioni in privato sulla situazione. Qualche cenno tra i due, poi è iniziato il comizio. Non prima che Piero Tieni sottolineasse: “Il partito democratico deve essere il partito dei lavoratori”.
Un fiume in piena, l’ex segretario (ma che molti in modo affettuoso continuano a chiamare “segretario”, ndr), che ha ripercorso le tappe che hanno portato il Pd a vincere le ultime elezioni europee e amministrative. “Quale Renzi o Bersani? Oggi non c’è nessuna divisione: dobbiamo lavorare per costruire il collettivo che sopravviva agli individualismi. Basta alle personalizzazioni, ai sondaggi giorno per per giorno: oggi tutti assieme dobbiamo costruire il partito riformista del secolo. Se 10 anni fa non avevamo neanche gli occhi per piangere, oggi, per esempio, in Brianza governiamo la maggioranza dei comuni. – e poi la battuta con il suo accento emiliano – E’ vero ci manca Concorezzo, e stiamo lavorando per prenderci la Regione, ma poco a poco arriviamo anche lì”.
Bersani oltre a ironizzare sul fatto che alla fine “Il giaguaro … un filino lo abbiamo smacchiato”, lancia un affondo al Movimento Cinque Stelle: “Come Partito Democratico abbiamo il dovere di trattenere i pentastellati sul terreno democratico, perchè hanno preso un po’ da destra, un po’ da sinistra e si sa dove vanno finire certi movimenti. A suo tempo io feci notare come stessero usando un linguaggio fascistiode, non fascista, e tutti mi stigmatizzarono. Adesso non più”.
Ad ascoltare Bersani poi, e a cenare con lui prima, (per la cronaca l’ex segretario ha preferito le costine e il vino rosso, alla pasta con le vongole e il vino bianco, ndr) il sindaco di Arcore, la renziana Rosalba Colombo, il segretario di Monza, Pietro Virtuani, l’onorevole Roberto Rampi, il consigliere regionale Enrico Brambilla e il segretario cittadino Piero Tieni.
A cena Bersani ha scherzato coi commensali e ha raccontato di quando lo stavano portando in ospedale e che non riusciva a non “vedere da fuori la situazione. Ricordavo chi era stata nominato come dirigente di quel nosocomio. Facevo tutta una serie di considerazioni che in quei concitati momenti mi davano tranquillità e coraggio, perchè le scelte fatte sono sempre state giuste”.