Il Manzoni va alla “Paolo Borsa”. Bagarre in consiglio: c’è chi vuole venderlo

2 luglio 2014 | 06:55
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Il Manzoni va alla “Paolo Borsa”. Bagarre in consiglio: c’è chi vuole venderlo

L’Azienda speciale di formazione scuola “Paolo Borsa” si occuperà di promuovere e sostenere l’attività teatrale del Teatro Manzoni.

L’Azienda speciale di formazione scuola “Paolo Borsa” si occuperà di promuovere e sostenere l’attività teatrale del Teatro Manzoni. La comunicazione è ufficiale e fresca di delibera comunale giunta ieri, 30 giugno.

Con 21 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti (Lega Nord), il Paolo Borsa dunque gestirà la struttura monzese dal 1°agosto 2013 al 31 luglio 2019.

«Ancora una manciata di giorni (31 luglio ndr) e scadrà il contratto stipulato con Scena Aperta, messa peraltro in liquidazione,  così pure quello con l’associazione Danza.  Con questa delibera riorganizzaremo l’attività del Teatro più importante di Monza – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Francesca dell’Aquila – Gli obiettivi che l’amministrazione, insieme alla scuola Paolo Borsa, si prefigge sono, oltre al produrre spettacoli teatrali di qualità, qualificare l’offerta culturale, collaborare con le risorse e gli attori culturali del territorio, ampliare e consolidare l’offerta».

La seduta dell’Assise cittadina si è svolta, però, non senza qualche polemica: tra le file dell’opposizione, infatti, c’è chi ha contestato all’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Scanagatti di proporre un pacchetto “poco appetibile per un teatro come il Manzoni”. «Il Teatro Manzoni viene visto da questa amministrazione come un peso.  – ha commentato il consigliere di Forza Italia, Martina Sassoli – L’amministrazione non è in grado di gestire il Manzoni nè sul piano economico nè per l’offerta formativa.  Vorrei un teatro capace di modificarsi, con un cartellone fuori dagli schemi e non pedagogico. Mi sarei aspettata un progetto che incontrasse un partner privato che valorizzasse il bar e i tanti, troppi, spazi morti, e con un cartellone più entusiasmante».

Pollice verso anche per il consigliere di Una Monza per Tutti, Anna Martinetti: «Credo che Monza non si meriti un teatro del genere, la stagione non va poi così bene. Mi sarei aspettata una ristrutturazione della stabile e una offerta più valida».

Della stessa opinione il collega di Monza Futura Marco Monguzzi che, non solo ha giudicato la proposta “non adeguata al Manzoni e al suo pubblico”, ma ha spiazzato tutti proponendo di vendere il teatro. «La mia richiesta giunge in quanto il Manzoni non è una struttura sicura: se lo fosse non avremmo 6 pompieri presenti ad ogni spettacolo. Il sindaco sottovaluta la situazione, per lui basta riempire il teatro perchè sia a norma ma non è così. Non si deve fare allarmismo inutile ma neppure nascondere il problema».

Una affermazione, quella del consiglier Monguzzi, che ha presto trovato la smentita da parte del primo cittadino Roberto Scanagatti che ha affermato: «Tutelo un bene pubblico dichiarando che il Manzoni è del tutto agibile. La stagione si è svolta bene e con successo. I vigili ci sono come in altri teatri. La proposta di vendere è stata avanzata pure da Scena Aperta e io non sono favorevole.La struttura è sicura e questo lo dimostra il costante e serio lavoro da parte di chi, ad ogni spettacolo, presenzia in sala.La presenza dei pompieri nella struttura è assolutamente normale, questo avviene anche nei teatri di Milano».

Accantonata dunque l’ipotesi di vendita, il futuro del Manzoni si delinea all’insegna del rilancio: «L’amministrazione mostra di assumersi una grande responsabilità nel prendere in mano una struttura complicata anzichè scaricandola. Auspichiamo all’innalzamento del livello culturale perchè noi non consideriamo, a differenza di altri, la cultura come un business ma come un’opportunità» ha sottolineato Basilio Pugliese del Partito Democratico.