Storie di artigiani: carrozzeria De Gasperi Brugherio

«La mia storia da imprenditore inizia nel lontano 1974: avevo 18 anni». Una frase sorprendente ad ascoltarla oggi, mentre leggiamo sui giornali di giovani che a 40 anni vivono ancora in casa con mamma e papà perché non possono e non vogliono lasciarli.
«La mia storia da imprenditore inizia nel lontano 1974: avevo 18 anni». Una frase sorprendente ad ascoltarla oggi, mentre leggiamo sui giornali di giovani che a 40 anni vivono ancora in casa con mamma e papà perché non possono e non vogliono lasciarli. La politica li ha definiti “bamboccioni”. Ma certo questo epiteto non può attribuirsi a Giovanbattista Nicolosi, titolare della Carrozzeria De Gasperi di Brugherio.
«Ai tempi lavoravo come apprendista per una carrozzeria di Brugherio, l’officina di via De Gasperi. Ricordo che un giorno il proprietario convocò tutti i dipendenti e ci annunciò la sua intenzione di diventare perito assicurativo, poi mi guardò e disse: “Perché non vai avanti tu con l’attività? Hai il carattere e il piglio giusto, io ti ci vedo”. All’epoca guidare un’impresa non mi sembrò un’ipotesi così azzardata e decisi di accettare, dividendo rischio e spese per le nuove attrezzature con un altro operaio – di 10 anni più vecchio di me – che diventò il mio socio. Mi trovai davanti quest’opportunità e non mi tirai indietro, mi parve una cosa quasi naturale…».
Ebbe inizio così, 40 anni or sono, l’attività del signor Nicolosi: primi passi affrontati, forse, con la sana incoscienza di un ragazzo appena maggiorenne.
«Trascorremmo un periodo duro tra gli anni ’70 e ’80, la benzina costava cara e l’auto era un bene che ci si poteva permettere senza i comfort di oggi: alzacristalli elettrici, poggiatesta, aria condizionata erano un lusso.
Dopo 6 anni di lavoro, il mio socio – siciliano – decise di tornare nella sua terra natale e io riuscii ad andare avanti chiedendo a un altro operaio di subentrargli. Ma negli anni ’90 anche lui si trasferì nel suo paese d’origine e aprì un colorificio.
Fu allora che stabilii di andare avanti da solo. Avevo due bambini piccoli, era rischioso, ma sentivo di essere arrivato al punto di spingermi più in là e assumere le decisioni solo con la mia testa. Un esperimento riuscito, giudicando dai risultati in salita dell’attività, perché potevo e volevo osare di più. Come si dice: o la va o la spacca.
Trasferii la sede della carrozzeria sempre a Brugherio, ma in via Moia, dove si stava costruendo il capannone in cui siamo ancora oggi. Volli che il nome della nuova officina richiamasse la precedente e fu “Carrozzeria De Gasperi”.
Nel ’93 acquistai gli spazi e nel ’94, terminati i lavori, mi ci spostai con i due operai che ancora oggi lavorano con noi. Sono passati 20 anni da quando ho girato la chiave di questa nuova sede per la prima volta».
Da tre anni il signor Nicolosi è in pensione e la Carrozzeria De Gasperi è guidata dal figlio Guido, nemmeno trentenne. «È un ragazzo meticoloso, ama far bene il suo lavoro – racconta il padre con gli occhi che brillano di orgoglio – Se i materiali non sono di prim’ordine non è contento, ogni tanto provo a dirgli “se un cliente vuole un certo prezzo, prova ad abbassare lo standard…” Ma non c’è niente da fare con lui. La qualità è la qualità e un investimento su prodotti di valore ti assicura una tenuta perfetta nel tempo. Sta attento a ogni dettaglio, la carrozzeria è sempre pulita e in ordine, così si lavora meglio e anche gli spazi sono più accoglienti per i clienti».
Dentro il capannone non c’è un carrello o una vernice fuori posto e tutto brilla, come dal dentista. All’esterno Giovanbattista si è ritagliato un orto in piena regola e i clienti possono parcheggiare l’auto sotto un pergolato con tralci di vite e grappoli d’uva bianca. «È il mio spazio di relax, dove mi distendo dopo ore di duro lavoro – spiega il signor Nicolosi – Quest’officina è la mia seconda casa, tengo molto che sia bella e abbia un tocco particolare e tutto mio, come l’orto coltivato, che è una vera passione.» «Con la scusa della vite e dell’orto è sempre in carrozzeria – gli fa eco la moglie, sorridendo con tenerezza – Passa in capannone più tempo che a casa…»